Forum famiglie al Campidoglio: «Rimodulare l’Irpef»
La proposta dell’associazione guidata da Emma Ciccarelli: «Rendere la tassa equa e proporzionale al reddito dei nuclei familiari». Spalvieri: «Pronti allo sciopero della fame»
La chiamano «proposta della speranza» e prevede una rimodulazione a costo zero delle addizionali comunali ritenute ben lontane da quei principi di progressività dettati dalla Costituzione. «Serve una maggiore equità nella distribuzione delle risorse per i programmi di welfare e nella tariffazione dei servizi di pubblica utilità» sostiene Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Lazio, a margine della tavola rotonda “Un fisco locale a misura di famiglia: il Fattore Famiglia e le addizionali comunali” svoltasi ieri pomeriggio, 5 ottobre, in Campidoglio.
All’incontro, inserito nell’ambito degli eventi della seconda edizione della Settimana della famiglia “La sfida di educare”, in corso a Roma fino a domenica 8 ottobre, era stato invitato anche Marcello De Vito, presidente dell’Assemblea Capitolina, che però non si è presentato per il protrarsi di una riunione con l’Oref, l’organo di revisione economica e finanziaria del comune. «Abbiamo già presentato a De Vito le nostre proposte – dice Alessandro Spalvieri, membro della presidenza del Forum famiglie Lazio -. Certo è che non molleremo la presa. O riusciamo a mettere in riga i politici e farli diventare buoni amministratori o non ce la faremo a salvare questo Paese».
La decrescita demografica che ha colpito Roma e l’Italia «è molto preoccupante, quindi – prosegue senza mezzi termini Spalvieri – o avremo successo o si muore. Le famiglie sono capaci di lottare per i propri diritti; faremo resistenza, siamo anche pronti ad azioni dimostrative estreme come lo sciopero della fame». La rimodulazione delle addizionali comunali, per il Forum, porterebbe a una più equa tassazione, «se oggi a Roma una persona ha un reddito di 100mila euro è ingiusto che paghi come chi ne guadagna 15mila. Bisogna smontare questa impostazione introducendo una proporzionalità della tassazione legata alle caratteristiche dei nuclei familiari».
Altro punto sul quale intervenire è quello della riforma dell’Isee, diventata operativa nel gennaio 2015 «con dei limiti oggettivi che, in sostanza, non tengono conto delle diverse tipologie dei nuclei familiari» sostiene Maurizio Bernardi, membro dell’Associazione delle famiglie (Afi) e responsabile della rete dei Comuni amici della famiglia. «L’Isee non considera adeguatamente, inoltre, i diversi gradi di disabilità, non tiene conto di una eventuale perdita del posto di lavoro recente, non valuta significativamente la monogenitorialità ed altri aspetti relativi alla reale capacità economica del nucleo familiare che spesso fanno la differenza».
Anche per questo, alcuni comuni con Castelnuovo del Garda come capofila (in cui Bernardi è anche consigliere comunale) «hanno studiato possibili applicazioni del Fattore famiglia comunale che si basa su scale di equivalenza più articolate per cogliere in modo preciso le molteplici dimensioni dei bisogni delle famiglie». Le possibili applicazioni del Fattore famiglia a livello comunale sono diverse, dalle mense ai trasporti scolastici, dalle rette dell’asilo nido e scuole dell’infanzia ai contributi individuali; «non si può chiedere tutto e subito a un’amministrazione che governa la capitale da poco più di un anno – chiosa Spalvieri -, quindi ci concentriamo su quello che riteniamo più urgente e cioè la rimodulazione delle addizionali Irpef comunali».
Si tratta di «rimettere al centro del Paese la famiglia – conclude Ciccarelli -. Renderla più forte contribuisce a rafforzare l’Italia non solo in termini di fisco ma anche di coesione sociale».
6 ottobre 2017