A Bruxelles una tavola rotonda sulla pace in Ucraina
A promuoverla, la Commissione degli episcopati Ue. Il vicepresidente Vokal: «Offrire al continente una rinnovata visione strategica per stabilità, giustizia e pace»
Si è svolta ieri mattina, 25 maggio, a Bruxelles la tavola rotonda sulla guerra in Ucraina e le sfide alla sicurezza nella regione orientale del continente europeo. Un’iniziativa promossa dalla Commissione degli episcopati europei (Comece), alla quale hanno partecipato rappresentanti della Chiesa, responsabili politici dell’Ue e attori della società civile, al Parlamento europeo. Nelle parole del vicepresidente Jan Vokál (Repubblica Ceca), «gli sviluppi geopolitici in corso e le realtà mondiali in rapida evoluzione spingono l’Unione europea a rendersi conto di quanto sia cruciale offrire al continente una rinnovata visione strategica per la stabilità, la giustizia e la pace».
Al centro del dibattito, la guerra nel cuore dell’Europa. «L’aggressione militare ingiusta e disumana della Federazione Russa contro l’Ucraina – sono ancora le parole di Vokál, che è anche presidente della Commissione Comece per le relazioni esterne dell’Unione europea – non solo ha causato orribili sofferenze alle persone innocenti in Ucraina, ma ha anche scosso l’intera architettura della sicurezza in Europa e oltre». Ricordate anche «le continue gravi sfide ai diritti umani e alla democrazia in Bielorussia», così come «i conflitti congelati e altri eventi destabilizzanti sia a Est che a Sud, spesso alimentati da attori esterni. Questi sviluppi hanno anche dimostrato che la pace e la stabilità non possono essere costruite solo sulla base di meccanismi commerciali e di investimento, se questi non sono inseriti in un quadro più ampio volto a promuovere una base comune di valori e principi».
Ricordando quindi le parole di Papa Francesco ai vescovi della Comece, nel marzo scorso, il vicepresidente ha evidenziato che «per portare avanti la causa della pace occorrono tre elementi essenziali: profezia, lungimiranza e creatività». Quindi si è soffermato sulle candidature di Ucraina, Moldavia e Georgia per una futura adesione all’Ue. «Con la guerra in corso sul suolo europeo, l’allargamento dell’Ue riacquista un’importanza strategica per la pace e la prosperità nella nostra regione – ha osservato -. Il processo di allargamento deve però essere credibile e deve rispondere adeguatamente alle aspettative dei cittadini dei Paesi candidati, altrimenti rischia di ritorcersi contro e fomentare sentimenti antieuropei». Si tratta di un processo che va seguito. «Riconoscendo la diversità dei Paesi e le loro libere scelte – ha aggiunto ancora Vokál -, coloro che aspirano a legami più stretti con l’Unione Europea o anche a una futura adesione dovrebbero essere autorizzati a intraprendere questa strada».
Alla tavola rotonda ha partecipato anche padre Ihor Shaban, della Chiesa greco-cattolica ucraina, che ha espresso gratitudine per gli sforzi di solidarietà dell’Ue nei confronti dell’Ucraina e del suo popolo sofferente, chiedendo al contempo di mantenere l’unità in questo sostegno.
26 maggio 2023