A Lisbona l’incontro del Papa con un gruppo di pellegrini ucraini

A ospitarlo, la Nunziatura. La vicinanza «dolorosa e di preghiera» e le scuse «perché non può fare qualcosa di più» per far cessare la guerra. «Abbiamo pianto e pregato»

La Sala stampa della Santa Sede riferisce che questa mattina, 3 agosto, prima di lasciare la Nunziatura apostolica di Lisbona Papa Francesco ha incontrato un gruppo di quindici giovani pellegrini dall’Ucraina accompagnati da Denys Kolada, consulente per il Dialogo con le organizzazioni religiose presso il governo ucraino. Dopo aver ascoltato le «toccanti storie» dei ragazzi, il Papa ha rivolto loro alcune parole, «manifestando la sua vicinanza, “dolorosa e di preghiera”». L’incontro, informano dal Vaticano, è durato circa 30 minuti; al termine, Francesco e i ragazzi hanno recitato insieme il Padre Nostro, «con il pensiero rivolto alla martoriata Ucraina».

Insieme ai giovani ucraini il pontefice ha incontrato anche 4 familiari della donna francese, animatrice di catechesi di 62 anni, venuta a Lisbona per la Gmg e deceduta nei giorni scorsi a causa di un incidente nella casa in cui era ospitata.

Dell’incontro del Papa con i giovani arrivati dall’Ucraina parla all’agenzia Sir anche padre Roman Demush, vice capo dell’Ufficio della pastorale giovanile della Chiesa ucraina greco-cattolica. «Si è scusato davanti ai giovani, dicendo che non può fare qualcosa di più – riferisce -. Non può fare niente per risolvere questa situazione. Sono state parole sincere». Quindi aggiunge: «Non poter fare niente non significa che il Papa stia fermo. Lui fa tantissimo e noi siamo molto riconoscenti. Prima di tutto della memoria e poi della preghiera, dell’aiuto umanitario della Santa Sede». All’incontro in Nunziatura, prosegue padre Demush, «era presente la famiglia di un sacerdote della Chiesa greco-cattolica ucraina. La signora Irena – racconta – ha portato i pezzi dei missili che sono caduti nella loro parrocchia, dicendo che questo è il mondo russo che distrugge le chiese, le case, le vite. Non sono solo pezzi di ferro, sono i segni di migliaia di morti ingiustamente».

Il religioso parla di «un momento molto bello di condivisione, preghiera e ascolto con alcuni dei giovani ucraini tra i 500 che sono qui a Lisbona per essere testimoni della nostra patria martoriata. Siamo testimoni di Cristo sofferente e siamo qui per incontrare il Cristo risorto – prosegue -. Alcuni di questi giovani di diverse città, soprattutto dell’Ucraina orientale e meridionale, sono andati dal Papa per raccontare le loro storie, le storia delle loro famiglie». E Francesco «ha ascoltato con grande attenzione la loro testimonianza: diverse volte ci siamo messi a piangere, diverse volte ci siamo fermati perché era impossibile proseguire. Il racconto di chi è dovuto fuggire, di chi ha dovuto seppellire i familiari, di chi è terrorizzato. Abbiamo pianto, abbiamo pregato, ma ci sono stati anche momenti belli che abbiamo condiviso con il Papa», conclude il sacerdote ucraino. Come segno di questo incontro, «abbiamo portato a Sua Santità un pane con il grano e l’acqua del santuario di Zarvanytsia. In Ucraina si può morire, non solamente dalle bombe e dai missili russi, ma anche di fame. Abbiamo condiviso questo pane insieme con il Papa».

3 agosto 2023