A San Tommaso Moro la “Holy dance” di suor Anna Nobili
“Danzare davanti al Signore”: l’esibizione della religiosa e di 4 allieve della sua scuola, nel ciclo di appuntamenti della parrocchia per il tempo di Quaresima
L’arte nelle sue diverse forme, e la bellezza che genera, come strumento di evangelizzazione. È questa l’idea alla base del ciclo di appuntamenti di «annuncio pasquale» che la parrocchia di San Tommaso Moro, nel quartiere San Lorenzo, propone per questo tempo di Quaresima. «L’obiettivo è comunicare l’amore di Dio, soprattutto ai giovani – spiega il parroco monsignor Andrea Celli -, in modo diverso: si parla del Padre e con il Padre non solo con la testa e con la Parola ma anche con il corpo e possiamo aspirare a partecipare dell’atto creativo di Dio proprio con la nostra corporeità».
Al centro della prima proposta, venerdì 15 marzo, c’è stata la danza, con l’esibizione “Danzare davanti al Signore” realizzata da suor Anna Nobili e quattro allieve della “Holy dance“, la scuola di danza moderna cristiana che la religiosa ha aperto, su richiesta dell’allora vescovo Domenico Sigalini e come servizio alla diocesi, nel 2008 a Palestrina, e che oggi ha sedi distaccate in diverse città d’Italia. «Per noi la gioia della danza – ha spiegato all’inizio la consacrata – è un modo per esprimere la Parola, incarnandola nei nostri movimenti. È dire, senza bisogno di parole, la Parola cioè la buona notizia che Dio è Amore e ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo perché noi avessimo la vita per mezzo suo». Suor Anna, che appartiene all’ordine delle Suore operaie della santa casa di Nazareth, ha 49 anni e un passato segnato da “notti brave” durante le quali si esibiva come cubista nelle discoteche più alla moda di Milano; una notte di Natale, però, sentendo le campane e il clima di festa, entra in una chiesa e qualcosa in lei si scioglie: toccata dalla Grazia, comincia il suo percorso di conversione fino a prendere i voti nel 2008.
Pur lasciando spazio alle sue giovani allieve, durante l’esibizione che ha avuto come speciale palco l’altare della chiesa di San Tommaso Moro, è stata centrale la presenza di suor Anna Nobili; emozionante, in particolare, la lunga preghiera – che sembrava uscire spontanea più che essere parte di un copione – da lei recitata inginocchiata davanti alla scena della crocifissione realizzata dalle altre danzatrici. «Su questa croce, fonte di guarigione, metti i tuoi ostacoli, il tuo male spirituale – ha detto rivolgendosi a ciascuno dei presenti -; posa la tua passione, quella che ti travolge e ti fa rincorrere gli amori, dimenticando l’Amore». E ancora: «Chiedi a Gesù di guarirti il cuore dal dubbio, lascia che soffi via i pensieri che ti tormentano. Abbandonati, perché l’Amore non si commenta e non si spiega e solo Lui arriva dove nessuno può arrivare, perciò lasciati toccare e guarire dalla croce».
A seguire, un momento di musica lenta e cupa per accompagnare la rappresentazione della deposizione del corpo dalla croce, realizzata con un moderno attaccapanni; quindi, il ballo della religiosa a rievocare la visita di Maria Maddalena al sepolcro, con la scoperta della tomba vuota.
Ecco allora il gesto che ha coinvolto la platea: le quattro giovani ballerine sono passate tra i banchi per ungere il palmo delle mani di ciascuno con l’olio profumato che la Maddalena-suor Anna aveva portato con sé per onorare il corpo di Gesù. Infine, una danza di gioia e piena di luce, con speciali braccialetti ai polsi di tutte le danzatrici per raccontare la resurrezione del terzo giorno.
«Spiegare a parole cosa facciamo è difficile – aveva commentato la religiosa a margine dell’esibizione -: le perplessità ci sono perché nella nostra società la danza viene strumentalizzata negativamente, per questo il popolo di Dio va educato con la necessaria gradualità, facendo comprendere che la “danza spirituale” è una forma di preghiera». Ancora: «Noi occidentali abbiamo un problema con il corpo, sempre accostato a qualcosa che lo rende commercializzato – aveva aggiunto -: siamo razionali, facciamo fatica a vivere la nostra fisicità, a decodificare le emozioni che ci trasmette, invece anche il corpo prega».
Sicuramente il messaggio di gioia e bellezza comunicato mediante coreografie semplici ma piene di pathos e movimenti fluidi, racchiusi in abiti colorati ed essenziali, è arrivato ai tanti giovani presenti in chiesa che, avendo scelto un momento di preghiera e riflessione anziché la movida del venerdì sera propria del loro quartiere, sono esplosi in un applauso fragoroso al termine dell’esibizione.
18 marzo 2019