Aleppo, tanti bambini uccisi da bombe a grappolo
La denuncia di Save the Children: in un mese morti 136 piccoli, quasi 400 quelli feriti da queste armi. «Violato il diritto umanitario internazionale»
La denuncia di Save the Children: in un mese morti 136 piccoli, quasi 400 quelli feriti da queste armi. «Violato il diritto umanitario internazionale»
Dal 23 settembre scorso ad oggi, 24 ottobre, in appena un mese 136 bambini sono stati uccisi e altri 387 sono rimasti feriti a causa dell’esplosione di bombe a grappolo ad Aleppo est. La denuncia è di Save the Children, che cita le testimonianze di operatori umanitari e medici ancora presenti nell’area. Le loro parole raccontano di un ampio uso di queste armi, nonostante il divieto imposto dal diritto umanitario. Numeri rafforzati dai dati del Centro di Documentazione delle violazioni dei diritti umani in Siria, secondo cui dal 10 settembre al 10 ottobre sarebbero circa 137 gli attacchi con bombe a grappolo, con un incremento del 791% rispetto alla media degli otto mesi precedenti.
Le testimonianze dei medici mostrano un bollettino drammatico: alcuni dei bambini feriti da ordigni esplosivi sono in condizioni troppo gravi per essere curati nelle strutture mediche esistenti, danneggiate dai continui bombardamenti, ma anche per essere evacuati. Inoltre, il numero dei medici attivi ad Aleppo est è limitato. Sarebbero solo in 35 ad operare con risorse necessarie per occuparsi soltanto dei pazienti in pericolo di vita. I medici chiedono ai civili particolare attenzione riguardo alle bombe a grappolo, perché «una bomba di piccole dimensioni che colpisce a distanza ravvicinata può causare gravi fratture ossee, provocare la cecità o addirittura mutilare gravemente i bambini», si legge in una nota di Save the Children.
L’effetto particolarmente deleterio di questa tipologia di bombe è quello che può verificarsi dopo che sono state sganciate dagli aerei o sparate da mezzi di terra. Infatti, spargono una miriade di altre bombe più piccole che restano inesplose sul terreno e se vengono raccolte dai bambini questi rischiano di rimanere gravemente feriti. «Sono mine pronte ad esplodere in qualunque momento, che spesso restano incastrate sui tetti o nelle finestre, nei campi da gioco o nei parchi. Sono moltissimi i casi di amputazione registrati ad Aleppo e provocati proprio da questi ordigni», spiega il direttore dell’organizzazione per la rimozione degli ordigni esplosivi e dei residuati bellici ad Aleppo est.
Per spiegare la gravità delle conseguenze delle bombe a grappolo, Save the children fa riferimento a un altro dato: circa il 40% delle vittime di queste bombe nel mondo sono bambini, che spesso ne rimangono feriti o uccisi anche molto dopo la fine delle ostilità, ricordano dall’associazione, spingendo per l’attuazione della Convenzione sulle munizioni a grappolo del 2008, che vieta totalmente l’uso di queste armi. «Durante il conflitto in Siria sono state compiute continue violazioni al diritto internazionale umanitario: dai bombardamenti di scuole e ospedali agli attacchi indiscriminati contro i civili – afferma Sonia Khush di Save the Children -. Dobbiamo fare di più per proteggere i bambini dalla carneficina che questa guerra sta causando. Se c’è una cosa sulla quale le parti in conflitto devono raggiungere un accordo immediato è che si ponga fine all’uso di munizioni a grappolo e venga consentito l’accesso alle agenzie di aiuto in modo da poter evacuare i bambini feriti».
Per sostenere gli interventi di Save the Children in Siria: www.savethechildren.it/siria
24 ottobre 2016