“Alzati”, il libro di don Mirilli sull’incontro tra due libertà
La presentazione con Andrea Monda e Angela Basile. La prefazione curata dal cardinale De Donatis. L’autore: no alla sclerocardia che ci rende disumani
Un accento che fa la differenza. Un piccolo segno grafico capace di dar vita a una relazione d’amore che mette in gioco due libertà, quella di Dio Padre, che fa il primo passo e tende la mano verso i suoi figli, e quella dell’uomo, che afferra la mano per rimettersi in piedi. “Àlzàti”, con l’accento volutamente posto sulla prima lettera e sulla seconda sillaba, è il nuovo libro di don Maurizio Mirilli parroco al Santissimo Sacramento a Tor de’ Schiavi, dove il volume è stato presentato mercoledì scorso. Nella Bibbia il termine “alzati” compare più di cento volte dall’Antico al Nuovo Testamento ed è ricorrente nei miracoli di Gesù. «Fanciulla, io ti dico: àlzati!» dice alla figlia di Giairo, «ragazzo, dico a te, àlzati!» al figlio della vedova di Nain. E in tanti si sono “alzàti” e seguito Gesù, a partire da Matteo.
Il libro (edizioni San Paolo) porta il lettore a fare un viaggio interiore e a mettersi in discussione, come dice il cardinale vicario Angelo De Donatis nella prefazione augurando di trovare nelle pagine «gli spunti per meditare e per comprendere sempre meglio l’amore di Dio che ci rimette in piedi dopo ogni caduta e ci esorta a camminare lungo le strade che ha tracciato per noi».
Andrea Monda, direttore dell’Osservatore Romano, si è soffermato sull’unione tra responsabilità e libertà che emerge dal libro, caratteristiche proprie di Papa Francesco, una persona che «vive fino in fondo il senso vero, profondo, e autentico della libertà e della responsabilità». Facendo riferimento al sottotitolo “L’incontro tra due libertà”, ha spiegato che se oggi è difficile instaurare amicizie ed è «complicata la “manutenzione delle relazioni”» è perché nella società prevale l’assolutismo. «Dovremmo essere tutti più artigiani», ha affermato prendendo in prestito un’espressione spesso usata da Bergoglio.
Durante la presentazione, moderata da Paolo Balduzzi di Rai 1, sono state lette alcune pagine del libro nel quale l’autore racconta se stesso, gli incontri avuti durante il suo ministero sacerdotale, le persone rialzate dal Signore, il tutto alla luce della Parola di Dio con stralci di testi biblici. «Oggi – ha detto don Mirilli – si fa sempre più fatica ad assumere le proprie responsabilità perché si fa sempre più fatica a vivere il vero senso di libertà che è la capacità di scegliere il bene». Questo, ha proseguito, è imputabile anche al fatto che «c’è una grande presunzione, non ci rialziamo perché non chiediamo aiuto» ed è in questa società perfezionista, in cui è vietato fallire, che riemerge la buona notizia di Gesù, «il quale ci dice che si può sbagliare perché Lui ci rimette in piedi». Il Signore, scrive don Maurizio, si indigna e si rattrista per la durezza di cuore, per la «sclerocardia, la tremenda malattia che ci rende disumani». A tal proposito per Angela Basile, docente di Etica e bioetica all’Università Tor Vergata, «in questi giorni sta emergendo l’incapacità ad affidarsi – ha detto facendo riferimento ai timori suscitati dal coronavirus -. Molti sono terrorizzati dall’incontro con l’altro. Non avere la sclerocardia significa essere in grado di donarsi totalmente al prossimo».
5 marzo 2020