Ai Musei Capitolini un omaggio a Papa Wojtyla
Centocinquanta scatti di Vittoriano Rastelli raccontano l’immagine di Giovanni Paolo II, dell’umiltà che viene da lontano di Francesca Romana Cicero
«“Il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Vogliamo venire con Lei Santo Padre, perché abbiamo compreso che Dio è con Lei, straordinario lievito di un mondo nuovo. Un mondo in cui Cristo è al centro della nostra vita, radice della nostra fede, ragione della nostra speranza, sorgente della Carità. Quella Carità che dà senso alla nostra vita, l’unica che ci sostiene nella paura di varcare quella soglia della speranza, da Lei evocata, per lasciarci condurre nella casa del Padre. Abbiamo imparato a conoscere, riconoscere ed amare la Sua voce, la Sua forza, la Sua fede e libertà. Libertà che per Lei significava vivere, essere, per gli altri. Resti con noi Papa Wojtyla, perché si fa sera».
Espressione di questa dolce nostalgia è la mostra fotografica ai Musei Capitolini “All’altare di Dio”. Mentre nelle sale dedicate all’esposizione permanente è in corso la mostra “Le facce del potere”, 150 scatti di Vittoriano Rastelli a Palazzo Caffarelli raccontano una storicità diversa, il volto, l’immagine, di un uomo, un Papa, un Servo di Dio. L’immagine non del potere, ma dell’umiltà di un uomo che veniva da lontano. Le foto, accompagnate da dettagliate descrizioni in tre lingue (italiano, polacco e inglese), fissano momenti salienti del pontificato del Beato Giovanni Paolo II, pietra viva della casa spirituale che è la Chiesa, e della Sua grande famiglia umana. È un omaggio, una preghiera in immagini, un abbraccio ideale di Roma al suo vescovo.
Sulle note di “Jesus Christ, you are my life” si apre l’esposizione, suddivisa in sezioni che evidenziano la devozione di Giovanni Paolo II, la sua grande capacità di meditare e pregare anche in occasione di grandi eventi, la sua presenza tra la gente, la sofferenza, il dialogo costante con gli amati giovani e l’apertura al mondo. Scatti che colgono gesti, espressioni, sentimenti di chi ha offerto tutto se stesso al popolo di Dio. Interessante notare come nell’esposizione manchino immagini relative alla sofferenza fisica del Papa. È presente invece la sua vicinanza alla sofferenza dell’uomo, memore delle parole pronunciate dal cardinale Stefan Wyszynski nel 1946, il giorno precedente la di lui consacrazione episcopale: «L’essere vescovo ha in sé qualcosa della Croce, perciò la Chiesa la pone sul petto del vescovo. Sulla croce bisogna morire a se stessi: senza questo non c’è la pienezza del sacerdozio. Prendere su di sé la croce non è facile, anche se essa è d’oro e tempestata di pietre preziose».
La rassegna, inoltre, si avvale di 5 contributi di autorevoli padri della Chiesa: sulla santità di Karol Wojtyla si sofferma il cardinale José Saraiva Martins; sulla sofferenza il cardinale medico Julián Herranz; dell’amore per la Chiesa, per Roma e per la sua patria parlano il cardinale Giovanni Battista Re e il cardinale Camillo Ruini; il grande tema della pace è affrontato dal cardinale Renato Raffaele Martino.
La mostra sarà ospitata anche dal Castello Reale di Varsavia e, a seguire, sarà a Madrid, Lisbona, Manila e Buenos Aires.
All’Altare di Dio, Musei Capitolini – Piazza del Campidoglio. Fino al 25 settembre 2011. Catalogo: Pardes edizioni. Orari: da martedì a domenica dalle ore 9 alle ore 20; chiuso lunedì. Biglietto: intero 5 euro; ridotto 4 euro. Informazioni: tel. 060608 (tutti i giorni dalle 9 alle 21).
10 maggio 2011