Con Baglioni il Capodanno ai Fori Imperiali

Il concerto gratuito dell’artista romano per salutare l’anno nuovo, a dieci anni dalla sua esibizione in piazza San Pietro di Concita De Simone

«Spero sia l’inizio di un cammino migliore. L’idea di un giorno nuovo, che sia davvero un nuovo giorno». Chi ne conosce la poetica, capisce subito che queste parole sono di Claudio Baglioni che, presentando alla stampa il suo concerto di Capodanno ai Fori Imperiali, si auto-cita con le parole di un vecchio brano dell’album “La vita è adesso” del 1985, “Un nuovo giorno o un giorno nuovo”, appunto.

Così il cantautore di Monte Sacro potrà vantarsi di aver chiuso un millennio e aperto il decennio successivo, nella sua amata Roma. A dieci anni di distanza dall’esibizione in piazza San Pietro, infatti, riecco Baglioni per il Capodanno gratuito dei romani e non solo. «Allora cantai dopo le parole di Giovanni Paolo II – racconta commosso l’artista – ed è una delle cose che ricordo con maggiore emozione nella mia vita. Spero di ripetere la stessa magia».

Stavolta il concerto, voluto e organizzato da Roma Capitale in collaborazione con Camera di Commercio di Roma e Acea (che sponsorizzano l’evento non incidendo sul bilancio comunale), si terrà a partire dalle 22 ai Fori Imperiali. Il palco, a differenza dello scorso anno, non sarà più ai piedi del Colosseo ma dalla parte opposta di via dei Fori Imperiali, con alle spalle piazza Venezia, per rispettare le indicazioni della sovrintendenza ed evitare ogni polemica sulle vibrazioni subite dal monumento. Titolo evocativo per l’evento: “Per Roma, per il mondo”, ultima tappa del tour mondiale “Un solo mondo”, che ha visto il musicista romano trionfare in tutti i teatri, le arene, gli stadi delle capitali dei cinque continenti.

Ascolteremo quindi un Baglioni persino più arricchito dal suo «giro per il mondo in 79 giorni», come lo ha definito lui stesso. «Questo tour – aggiunge – è anche un viaggio parallelo, da cittadino. Un viaggio che parte dal viaggio degli italiani di 150 anni fa. Un percorso dal quale, a giudicare da come parlano e da come si comportano, molti oggi si sono dimenticati. Lo sentono molto di più gli italiani all’estero che non qui. Mi è venuto spontaneo chiamarlo “Un solo mondo” pensando a quanto la musica unisca, perché è una lingua, sicuramente la più diffusa, la più bella, l’unica che non muore, né invecchia mai, che tutti capiscono e tutti sono in grado parlare. Persino chi non la conosce, chi non l’ha mai studiata, chi non sa leggerla, né scriverla», confessa Baglioni. «Una lingua straordinaria – ribadisce – che ha il potere di unire ciò che tutto il resto divide. E che parla, direttamente, all’unica cosa di cui sono dotati tutti gli esseri umani: l’anima. E, attraverso di lei, avvicina e unisce. Ci fa incontrare gli altri, ce li fa conoscere e ci fa capire che l’altro è colui senza il quale vivere non è più vivere».

Un Baglioni «artista e cittadino del mondo», che, parlando di questo concerto di tre ore che regalerà per il suo «ritorno a casa», dichiara: «Più che a un Capodanno, a me piace pensare che sia l’alba di un nuovo decennio, ricco di progetti, diverso da quello che ci lasciamo alle spalle, caratterizzato da torpore, letargo, rissosità, difficoltà a guardare al futuro, paura». I fan che amano cantare con lui le sue canzoni, intanto, si rassegnino: dopo la tappa capitolina, lo aspetta un lungo periodo di ritiro, in cui si concentrerà su numerosi progetti inediti sia discografici che spettacolari.

10 dicembre 2010

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