Flavio Insinna: “Senza Swing” ma con passione
Intervista all’attore romano che dalle fiction e dai programmi televisivi approda sul palco del Sistina, dove sarà in scena fino al primo febbraio di Concita De Simone
L’abbiamo visto in tv nei panni di Don Bosco, don Pietro Pappagallo, carabiniere (per la fiction “Don Matteo”) e altro ancora. L’abbiamo riconosciuto sul palco dei Telegatti nel 2007, a ritirare il premio come “conduttore rivelazione dell’anno 2006” per il successo ottenuto con il programma “Affari tuoi”, e, l’anno seguente, come “personaggio dell’anno”. E da un po’ di tempo, tra un impegno e l’altro e saltando le vacanze, Flavio Insinna, romano, classe 1965, è tornato anche al suo primo amore, il teatro. Approda in uno spazio prestigioso come il Teatro Sistina, dove ha debuttato il 13 gennaio scorso con lo spettacolo “Senza Swing”. Un testo non del tutto inedito, nato 11 anni fa con il titolo “La Banda”, riproposto con limature varie per la regia di Giampiero Solari.
Lo show prende forma sulle note di “In the mood” di Glenn Miller; un’orchestra di nove validissimi elementi accompagna un Flavio Insinna in veste di narratore trascinante che porta dalla tv al palco la sua grande capacità di instaurare feeling con il pubblico. “Senza Swing” racconta la storia di una banda musicale della caserma di Legnano, dove «c’erano più carri armati che in tutta la Lombardia», come racconta l’attore/narratore. Il maresciallo Bellini, appassionato di musica, cerca di dare a questa banda un’anima e lo fa con fatica e impegno, fin quando arriva l’occasione: un concerto nella sede della Nato a Napoli. Qui non suoneranno più le marce militari, ma una musica ben più appassionante: lo swing. Insinna intreccia il racconto della storia interagendo con la band; così che la musica non fa solo da sfondo, ma contribuisce energicamente a dare un ritmo serrato allo spettacolo.
Com’è andato il debutto?
Neanche i più ottimisti potevano immaginare così bene. Roma è Roma, e il Sistina è la “cattedrale della commedia”. Sono arrivato qui con grande paura e rispetto. Venivo al Sistina con i miei genitori; poi ad assistere agli spettacoli del mio grande maestro, Gigi Proietti. Adesso salgo sul palco da attore ma lo faccio in punta di piedi. Oltre al pubblico, che ringrazio, sono venuti fino ad ora a vedermi anche addetti ai lavori, dirigenti Rai, e sapere che anche a loro sono piaciuto mi dà grande soddisfazione. La cosa bella è che, con la banda, ci divertiamo davvero, e in platea l’affiatamento si percepisce.
Cos’è swing per te?
Passione, gioia, leggerezza, che però non vuole dire superficialità. Swing è saper allargare le ali, anche con il rischio di andare a sbattere da qualche parte. Swing è anche sincerità, non sono i furbetti che un po’ prendiamo di mira nello spettacolo. Se volevo fare il furbo io, me ne restavo in televisione, invece ho rifiutato offerte e soldi per fare la cosa che più mi dava soddisfazione: il teatro. E un teatro così come il Sistina lo sognavamo da anni. Ho impiegato 11 anni per arrivare a fare lo spettacolo come volevo io, senza scorciatoie. Quindi lo spettacolo è molto autobiografico. Dentro c’è un po’ della mia esperienza. Il personaggio del maresciallo a un certo punto dice: “Non puoi suonare fra i carri armati se non hai qualcosa che ti brucia dentro”. Ecco, il giorno in cui non avvertirò questa sensazione me ne resterò a casa. Swing, insomma, non è solo musica; io faccio quattro note col sassofono. Ma è un modo di vedere la vita.
A chi servirebbe un po’ più di swing, oggi?
A tutti! Sì, il Paese sta soffrendo. Ma oltre che pensare ai propri diritti, bisognerebbe recuperare il concetto dei doveri. Tutti dobbiamo rimboccarci le maniche. È importante lo sviluppo, non il progresso, e deve essere di tutti. Al giorno d’oggi non è possibile che ci sia gente con il video telefonino e altre persone che non hanno neppure gli antibiotici per curarsi. Qualcuno potrebbe obiettare che è facile dire queste cose per me, che sono fortunato, anche se non ho il video telefonino. Sì, ho una vita fortunata, ma la riconosco come tale.
16 gennaio 2009