Giorgia racconta il suo tour con il piccolo Samuel
L’artista romana fa tappa nella sua città il 25 e 26 giugno al Parco della Musica, e a Romasette.it parla delle novità in cantiere, della sua musica e della musica che ama. E della sua esperienza di maternità di Concita De Simone
Negli ultimi tempi l’abbiamo riascoltata in un nuovo album, l’abbiamo rivista in tour, e, soprattutto, abbiamo partecipato attraverso i media al lieto evento che ha cambiato la sua vita. Mancava il palco, a Giorgia, che alla vigilia dei primi due concerti dello scorso gennaio aveva confessato tutta la sua emozione. Quattro anni di assenza, durante i quali si è dedicata a un bel progetto personale, con la nascita di Samuel, avvenuta nel 2010, che adesso la segue nel tour. A Roma tonerà per calcare la suggestiva scena della Cavea dell’Auditorium Parco della Musica il 25 e 26 giugno, inaugurando la stagione di “Luglio suona bene”, proposta dal centro cruciale della musica romana. Il tour prende il via dall’ultimo album, “Dietro le apparenze”, uscito lo scorso settembre sull’etichetta indipendente Dischi di cioccolata, fondata da Giorgia nel 1997, e distribuito da Sony Music; un album ricco di singoli – l’ultimo, “Tu mi porti su”, scritto da Jovanotti e cantato con la sua partecipazione, spopola nelle radio -, illuminato, come sempre, da una grandissima voce e dall’intensità dell’interpretazione. Bello anche dal punto di vista autorale. Scritto per lo più dalla stessa cantautrice romana, con Giorgia (Todrani) hanno collaborato oltre a Jovanotti, anche Eros Ramazzotti, che ha scritto e duettato in “Inevitabile” ( e per lei aveva già scritto “Come saprei”, 16 anni fa), Busbee, musicista e autore statunitense che ha lavorato con Toni Braxton, Backstreet Boys, Anastasia, Katy Perry e tanti altri, in “È l’amore che conta”, e Marina Rei, nel brano “Passerà l’estate”.
A sostenerla anche nel live una band con una grande energia adatta all’occasione, capeggiata da Sonny Thompson (basso, voce e direzione musicale) e con Mike Scott (chitarre), Mylious Johnson (batteria), Claudio Storniolo (piano e tastiere), Gianluca Ballarin (tastiere), Diana Winter e Chiara Vergati (vocalist). E se nel tour invernale non erano mancati i classici come “E poi” e “Gocce di memoria”, o i nuovi arrangiamenti di “La gatta”, “Girasole”, “Vivi davvero”, “Di sole e d’azzurro”, per finire con le ultime hit, come “Il mio giorno migliore”, “Tu mi porti su” e “Dietro le apparenze”, per la versione estiva dobbiamo aspettarci altre sorprese, come rivela lei stessa in questa intervista esclusiva.
Com’è questo tour con Samuel?
Faticoso ma bellissimo. Da piccola ero io che seguivo mio padre in tour quindi non mi sembra così strano che Samuel sia con me: è bello trovarlo in albergo quando rientro.
Rispetto ai concerti invernali, che novità ci saranno all’Auditorium?
Devo iniziare le prove con i musicisti tra qualche giorno; novità ci saranno sicuramente, canterò anche canzoni che nel tour nei palazzetti non avevo in scaletta. Ma non vi dico troppo, per non rovinare la sorpresa.
Il brano a cui sei più affezionata?
La canzone che mi piace ricordare in questo momento è “E poi”. C’è tutta l’essenza del mio inizio e ha un vissuto e un’intensità straordinari. La posso cantare soul, jazz, rock ma la melodia vince sempre.
Hai voluto l’album anche in vinile: tu con quali dischi sei cresciuta? Hai un aneddoto legato a un disco in particolare?
Avendo un padre musicista ho avuto la fortuna di avere in casa molti dischi, che a quei tempi erano solo in vinile; poi sono passata alle musicassette. In particolare ricordo quando acquistai con i miei primi soldini l’album di Aretha Franklin “One lord one faith one baptism” che ascoltai nell’arco di un mese perché lei mi emozionava troppo per sentirla tutta di un fiato.
C’è un tuo profilo ufficiale su twitter. Sei tu oppure una redazione? Che rapporto hai con i social network?
Sono io, infatti a volte ne abuso e a volte sparisco, ma è così perché sono proprio io. Considero il social network una buona occasione di espressione, ma ne temo la dipendenza perché in fondo il vero contatto umano è fatto in un altro modo.
Che esperienza è la maternità e quanto ti ha arricchita anche professionalmente?
La nascita di mio figlio è stata determinante: avere un figlio ti impone di attingere a tutte le tue risorse, quindi ti scopri come non ti conoscevi e avendo il privilegio di fare un lavoro artistico è molto bello.
15 giugno 2012