Il cardinale Vallini: missionari nella città in crisi
Il vicario del Papa ha concluso in San Giovanni la seconda serata del Convegno diocesano con gli orientamenti pastorali. L’invito a farsi «compagni di strada» dei romani, attenti al disagio e alla fragilità
di Angelo Zema
Farsi «compagni di strada» dei romani, esprimendo la propria responsabilità missionaria di battezzati non solo in famiglia e in parrocchia, ma anche nella scuola, nel mondo universitario, nella pastorale della salute, nel mondo del lavoro, nella vita politica. Con un’attenzione privilegiata ai poveri. È il compito che il cardinale vicario Agostino Vallini indica ai cattolici di Roma chiudendo ieri sera, martedì 18 giugno, la seconda serata del Convegno ecclesiale diocesano. (FOTO) Davanti a oltre duemila persone nella basilica di San Giovanni in Laterano, il giorno successivo alla straordinaria apertura in Aula Paolo VI con Papa Francesco, il porporato affida gli orientamenti pastorali per il prossimo anno alle parrocchie e alle prefetture per la riflessione conclusiva del mercoledì.
Una riflessione che prende le mosse da due “segni dei tempi” eloquenti: «La lezione di fede umile e coraggiosa di Papa Benedetto XVI con la rinuncia al pontificato e la figura provvidenziale di Papa Francesco, con il suo stile di vita semplice e il suo insegnamento immediato e forte che tocca tanti cuori, vicini e lontani, sono un riferimento convincente a vivere così e a comunicare la fede». E se conforta l’«entusiasmo» e la «fiducia della vocazione» con cui tanti battezzati a Roma vivono la fede, afferma il vicario del Papa, è vero però che «in tanti battezzati la fede è languida, anemica o rischia di spegnersi. È verso questi battezzati anonimi e tristi che dobbiamo andare, aiutandoli a scrollarsi di dosso il torpore dell’abitudine».
Il “come” è da concretizzare, secondo il cardinale, in diverse “attenzioni pastorali”. In primo luogo, «valorizzare e qualificare la pastorale ordinaria»: con la cura per la celebrazione dell’Eucaristia, l’adorazione eucaristica quotidiana, la lectio divina, la confessione frequente, la direzione spirituale, la nascita di gruppi di educazione alla carità, l’introduzione di «cicli mirati di catechesi per gli adulti che formino alle certezze di fede» e di incontri formativi su “Spirito santo e vita morale”, la novità di una scuola diocesana per catechisti nelle prefetture. Da continuare l’impegno avviato sulla pastorale post-battesimale, dove «la difficoltà maggiore è la mancanza di sufficienti e preparati catechisti». Un campo «che non ha tradizione», ma «da arare con passione» perché per molte famiglie lontane dalla Chiesa «la nascita di un bambino è l’occasione per riavvicinarsi» e «di lì passeranno le nuove generazioni cristiane».
Un’altra attenzione è quella verso le “periferie esistenziali” di cui più volte ha parlato Papa Francesco, che richiede un rilancio della pastorale d’ambiente. Partendo dalla premessa di «un leale confronto e dialogo tra l’esperienza della fede e le altre visioni della vita o orientamenti culturali», il vicario del Papa sottolinea che occorre «far maturare nelle comunità ecclesiali la coscienza che si è cristiani sempre e dovunque; non chiudersi nel privato, ma sentirsi inviati. Non c’è ambito precluso alla responsabilità della testimonianza e della solidarietà dei cristiani». E «i laici hanno tanto da dare a questa città in crisi».
Numerose le indicazioni pastorali in merito, che spaziano nei vari ambiti indicati all’inizio, a partire dalla carità. «Se le situazioni di disagio, di povertà e di emarginazione crescente nella nostra città, con un particolare sofferto ricordo alle donne troppo spesso vittime di violenze, devono spingerli ad intervenire, curare, alleviare, per quanto possibile, l’universo dei sofferenti, dei deboli e degli esclusi in nome della carità di Cristo – rimarca il cardinale Vallini -, i cristiani sono chiamati a prestare attenzione anche a quelle situazioni che toccano l’ordinarietà della vita quotidiana, perché è la stessa condizione creaturale a collocarci nella fragilità». Non mancando di porsi, con «carica profetica», come «coscienza critica e pungolo delle istituzioni».
Proprio rispetto alla vita politica, sottolinea il vicario del Papa, c’è bisogno di un nuovo slancio, in un momento in cui è evidente una diffusa «indifferenza e insofferenza verso questo mondo», come rivela anche «il forte astensionismo alle recenti elezioni comunali». Viva è l’«esigenza di una nuova generazione di laici cristiani capaci di dedicarsi con competenza e rigore morale al servizio del bene comune». «Naturalmente», afferma ancora il cardinale, «è legittima la libertà di scelta tra le diverse opinioni e opzioni politico-partitiche, ma a condizione che le scelte siano conformi ad una chiara identità cristiana, cioè siano compatibili con la fede e la legge morale naturale: non tutte le concezioni dell’uomo e della vita sociale hanno lo stesso valore». L’auspicio è che sorgano «nella nostra diocesi centri di cultura politica che formino a questo servizio, ancorati a seri cammini spirituali e che possano preparare all’assunzione di specifiche responsabilità».
19 giugno 2013