Il Coro diocesano compie 25 anni
Monsignor Marco Frisina: «Portiamo in Italia e in Europa l’immagine della Chiesa romana e del Papa. È un onore, ma anche un impegno». La sperimentazioni: i concerti in web-tv di Matteo Raimondi
È un giovane sacerdote ricco d’iniziativa, ad istituire nel 1984 una piccola cantoria per l’animazione delle più importanti liturgie diocesane. Don Marco Frisina ha voglia di realizzare qualcosa di nuovo, ma ancora non immagina che dalla sua idea avrebbe avuto origine, a distanza di anni, una realtà musicale così solida. Si chiama “Coro della diocesi di Roma”, la sua missione è quella di «rieducare il popolo di Dio attraverso la musica», e il 16 maggio ha compiuto 25 anni.
Dal Corpus Domini dell’84 al Giubileo del 2000. Dalla memoria per le vittime delle Torri Gemelle, l’11 ottobre 2001, alla beatificazione di madre Teresa di Calcutta del 2003. Dai funerali di Stato per le vittime italiane nell’attentato terroristico di Nassiriya, nel 2005, all’animazione della preghiera a San Pietro durante i memorabili giorni di veglia per l’ultimo saluto a Giovanni Paolo II. E poi il Sinodo, le ordinazioni, le feste, fino alla serata di domenica 31 maggio per il gran finale dei “40 concerti”.
La storia del Coro si fonde con quella della diocesi di Roma. «Ormai è una realtà così importante – spiega monsignor Frisina, direttore del Coro e dell’Ufficio liturgico al Vicariato – che, nonostante gli impegni lavorativi sempre maggiori, ho cercato di non trascurarla mai. Venticinque anni sono tanti, e il Coro è diventato una piccola “parrocchia” errante che porta in Italia e in Europa l’immagine della Chiesa romana e del Papa. È un onore, ma anche un impegno». E quanto sia stato grande l’impegno di don Marco lo ha dimostrato la celebrazione del 16 maggio, quando oltre quattrocento persone, tra coristi, ex coristi e amici da tutta Italia, hanno risposto al suo invito, nei locali del pontificio Seminario Romano Maggiore.
La festa si è svolta in due momenti distinti. Ha aperto monsignor Frisina, con la celebrazione dell’Ora Terza e una riflessione sulle finalità del Coro e del suo servizio svolto finora in seno alla Chiesa di Roma. Successivamente sono state raccolte le testimonianze dei ragazzi «fondatori» del Coro, anche attraverso contributi foto e video. Molta commozione anche durante la lettura dei messaggi di auguri. Per il cardinale Camillo Ruini «i canti del Coro sono stati la colonna sonora dei nostri anni romani». Altrettanta emozione hanno suscitato le parole dell’arcivescovo Giuseppe Mani, che ha voluto ricordare gli albori del Coro, quando nel 1984 lo vide nascere al fianco di don Marco. Il cardinale vicario Agostino Vallini ha espresso stima e riconoscenza, e ha invitato il Coro a «proseguire nella sua missione».
Una missione che intende oltrepassare i confini dello spazio. È in corso una sperimentazione per trasferire le manifestazioni del Coro in web-tv. «Una comunicazione di questo tipo – spiega monsignor Frisina – permetterebbe di spingerci in Paesi lontani come Filippine, Corea, Tanzania, Haiti, Russia. Vogliamo raggiungere tutti, specialmente i più poveri, per infondere attraverso la nostra musica un messaggio di speranza».
29 maggio 2009