Il Papa affida i più deboli alla protezione di Maria
L’omaggio all’Immacolata in piazza di Spagna e il pensiero di Benedetto XVI a bambini, anziani soli, ammalati, immigrati che fanno fatica ad ambientarsi, famiglie in difficoltà di Angelo Zema
Il Papa ha affidato i più deboli di Roma alla protezione materna di Maria. Bambini, anziani soli, ammalati, famiglie in difficoltà. Un pensiero d’amore verso chi soffre, una “consegna” alla Vergine nel giorno in cui la Chiesa celebra la solennità dell’Immacolata Concezione. Oltre ventimila persone, riunite nel pomeriggio dell’8 dicembre in piazza di Spagna, hanno potuto ascoltare da vicino questo affidamento e insieme tributare la loro riconoscenza e il loro affetto a Benedetto XVI, che ha offerto un cesto di rose per il tradizionale omaggio all’Immacolata.
«O Vergine Immacolata, in questo momento – ha detto il Pontefice nell’atto di venerazione all’Immacolata – vorrei affidarti specialmente i “piccoli” di questa nostra città: i bambini, anzitutto, e soprattutto quelli gravemente malati, i ragazzi disagiati e quanti subiscono le conseguenze di pesanti situazioni familiari. Veglia su di loro e fa’ che possano sentire, nell’affetto e nell’aiuto di chi sta loro accanto, il calore dell’amore di Dio!».
«Ti affido, o Maria, gli anziani soli, gli ammalati, gli immigrati che fanno fatica ad ambientarsi, i nuclei familiari che stentano a far quadrare il bilancio e le persone che non trovano occupazione, o hanno perso un lavoro indispensabile per andare avanti. Insegnaci, Maria», ha proseguito, «ad essere solidali con chi è in difficoltà, a colmare le sempre più vaste disparità sociali; aiutaci a coltivare un più vivo senso del bene comune, del rispetto di ciò che è pubblico, spronaci a sentire la città – e più che mai questa nostra città di Roma – come patrimonio di tutti, ed a fare ciascuno, con coscienza ed impegno, la nostra parte per costruire una società più giusta e solidale».
Ad accogliere il Papa – che lungo il percorso aveva compiuto una breve sosta davanti alla chiesa della Santissima Trinità, dove aveva ricevuto l’omaggio dell’Associazione dei commercianti di via Condotti – sono stati il cardinale vicario Agostino Vallini e il sindaco Gianni Alemanno. Era presente in piazza di Spagna anche il sostituto della Segreteria di Stato, arcivescovo Fernando Filoni, e altre autorità. L’omaggio dei fedeli ai piedi della statua alla cui sommità è la statua della Vergine è proseguito per tutta la giornata, con la deposizione di omaggi floreali. I primi, come consuetudine, sono stati i Vigili del Fuoco.
Nella sua omelia, il Papa ha ricordato il suo recente pellegrinaggio a Lourdes, in occasione dei 150 anni dalla storica apparizione della Vergine Maria a santa Bernadette. Le celebrazioni di questo anniversario si concludevano proprio ieri «perché la “bella Signora” – come la chiamava Bernadette – mostrandosi a lei per l’ultima volta nella grotta di Massabielle, rivelò il suo nome dicendo: “Io sono l’Immacolata Concezione”».
«Nome stupendo e meraviglioso», lo ha definito Benedetto XVI. «Certo, la convinzione circa l’immacolato concepimento di Maria esisteva già molti secoli prima delle apparizioni di Lourdes, ma esse giunsero come un sigillo celeste dopo che il mio venerato predecessore, il beato Pio IX, ne definì il dogma, l’8 dicembre del 1854. Nella festa odierna, così cara al popolo cristiano, questa espressione sale dal cuore e affiora alle labbra come il nome della nostra Madre celeste. Come un figlio alza gli occhi al viso della mamma e, vedendolo sorridente, dimentica ogni paura e ogni dolore, così noi, volgendo lo sguardo a Maria – ha affermato il Papa –, riconosciamo in lei il “sorriso di Dio”, il riflesso immacolato della luce divina, ritroviamo in lei nuova speranza pur in mezzo ai problemi e ai drammi del mondo».
Parlando dell’omaggio floreale, il Santo Padre ha osservato che i fiori «stanno ad indicare il nostro amore e la nostra devozione: l’amore e la devozione del Papa, della Chiesa di Roma e degli abitanti di questa città, che si sentono spiritualmente figli della Vergine Maria. Simbolicamente le rose possono esprimere quanto di bello e di buono abbiamo realizzato durante l’anno, perché in questo ormai tradizionale appuntamento tutto vorremmo offrire alla Madre, convinti che nulla avremmo potuto fare senza la sua protezione e senza le grazie che quotidianamente ci ottiene da Dio».
La conclusione è nel segno della bellezza di Maria ed è una preghiera accorata alla Vergine. «O Madre Immacolata, che sei per tutti segno di sicura speranza e di consolazione, fa’ che ci lasciamo attrarre dal tuo candore immacolato. La tua Bellezza – Tota Pulchra, cantiamo quest’oggi – ci assicura che è possibile la vittoria dell’amore; anzi, che è certa; ci assicura che la grazia è più forte del peccato, e dunque è possibile il riscatto da qualunque schiavitù. Sì, o Maria, tu ci aiuti a credere con più fiducia nel bene, a scommettere sulla gratuità, sul servizio, sulla non violenza, sulla forza della verità; ci incoraggi a rimanere svegli, a non cedere alla tentazione di facili evasioni, ad affrontare la realtà, coi suoi problemi, con coraggio e responsabilità. Così hai fatto tu, giovane donna, chiamata a rischiare tutto sulla Parola del Signore. Sii madre amorevole per i nostri giovani, perché abbiano il coraggio di essere “sentinelle del mattino”, e dona questa virtù a tutti i cristiani, perché siano anima del mondo in questa non facile stagione della storia. Vergine Immacolata, Madre di Dio e Madre nostra, Salus Populi Romani, prega per noi!».
9 dicembre 2008