Il Papa agli enti locali: accoglienza e legalità

Nella tradizionale udienza a Regione, Comune e Provincia, Benedetto XVI parla della crisi, auspicando percorsi di integrazione e solidarietà. «Uno speciale sostegno deve essere assicurato alle famiglie» di Angelo Zema

Un intervento sulla crisi economica e finanziaria, che «ha le sue radici più profonde in una crisi etica» e «nell’individualismo». Un appello a favorire l’accoglienza attraverso percorsi di integrazione, a promuovere la solidarietà soprattutto verso le famiglie e i giovani, a valorizzare la cultura della legalità. «Valori fondamentali per guardare all’anno iniziato con maggiore serenità». Entra nel vivo dei problemi del territorio cittadino e regionale il discorso che il Santo Padre ha rivolto giovedì 12 gennaio agli amministratori di Regione, Comune e Provincia di Roma, ricevuti in Vaticano per il tradizionale scambio di auguri all’inizio del nuovo anno.

Parte infatti proprio dall’attuale crisi il discorso di Benedetto XVI, che esorta ad «un profondo ripensamento per recuperare valori che sono alla base di un vero rinnovamento della società e che favoriscano una ripresa non solo economica, ma anche attenta a promuovere il bene integrale della persona umana». In questo contesto, ricorda, «la comunità cristiana è impegnata in una costante opera educativa, in particolare verso le nuove generazioni, affinché i valori che per secoli hanno fatto di Roma e del territorio circostante una luce per il mondo possano essere assunti, in modo rinnovato, a fondamento di un migliore futuro per tutti».

L’individualismo genera effetti devastanti per il vivere civile. «La speculazione nelle locazioni, l’inserimento sempre più faticoso nel mondo del lavoro per i giovani, la solitudine di tanti anziani, l’anonimato che caratterizza spesso la vita nei quartieri delle città e lo sguardo a volte superficiale sulle situazioni di emarginazione e di povertà, non sono forse conseguenza di questa mentalità?». Ed è compito anche delle istituzioni, sottolinea il Papa, «favorire la crescita della coscienza di essere parte di un’unica realtà, in cui ognuno, a somiglianza del corpo umano, è importante per il tutto, come ricordò Menenio Agrippa nel celebre apologo riportato da Tito Livio nella sua Storia di Roma».

Di qui l’invito a consolidare il valore dell’accoglienza, già sperimentato nei giorni della Beatificazione di Giovanni Paolo II. «La Caritas diocesana e le comunità cristiane – afferma il Santo Padre – non si risparmiano in quest’opera di accoglienza, in particolare verso coloro che, provenendo da Paesi in cui la povertà è spesso causa di morte, o fuggendo da essi per tutelare la propria incolumità, giungono nelle nostre città e bussano alle porte delle parrocchie. È necessario tuttavia alimentare percorsi di piena integrazione, che consentano l’inserimento nel tessuto sociale».

Benedetto XVI rinnova poi l’appello a sostenere le famiglie, in particolare quelle numerose, «che spesso si trovano a dover affrontare difficoltà, rese talvolta più acute dalla mancanza o dalla insufficienza del lavoro. Vi incoraggio – dice agli amministratori locali – a difendere la famiglia fondata sul matrimonio come essenziale cellula della società, anche attraverso aiuti e agevolazioni fiscali che favoriscano la natalità. Vi incoraggio, inoltre, a fare ogni sforzo perché a tutti i nuclei familiari siano garantite le condizioni necessarie per un vivere dignitoso».

Un’attenzione speciale va rivolta anche ai giovani. «Una società solidale – osserva il Papa – deve sempre avere a cuore il futuro delle nuove generazioni, predisponendo adeguate politiche che garantiscano un alloggio a costi equi e che facciano tutto il possibile per assicurare un’attività lavorativa. Tutto ciò è importante per evitare il rischio che i giovani cadano vittime di organizzazioni illegali, che offrono facili guadagni e non rispettano il valore della vita umana».

Quanto al valore della legalità, per il Pontefice è importante aiutare i cittadini «a comprendere che le leggi servono per incanalare le tante energie positive presenti nella società e così permettere la promozione del bene comune; anche i recenti episodi di violenza nel territorio spingono a continuare nell’impegno per educare al rispetto della legalità e per tutelare la sicurezza. Alle istituzioni è affidato il compito, oltre che di essere esemplari nel rispetto delle leggi, di emanare provvedimenti giusti ed equi, che tengano conto anche di quella legge che Dio ha iscritto nel cuore dell’uomo e che può essere conosciuta da tutti mediante la ragione».

13 gennaio 2012

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