Il Papa al convegno diocesano: «La pastorale dell’intelligenza»

L’intervento di Benedetto XVI che, per il secondo anno, ha aperto i lavori dell’assemblea, nella basilica lateranense di Angelo Zema
Il discorso integrale

Un incontro «comunitario e personale», che deve avere luogo in tutte le dimensioni della nostra vita, attraverso l’esercizio dell’intelligenza, le scelte della libertà, il servizio dell’amore» e che trova nella preghiera »lo spazio privilegiato». È l’incontro con Cristo per i giovani, che devono essere guidati ad assaporare la gioia della fede. Compito dell’intera comunità cristiana, in un contesto in cui l’agnosticismo soffoca il senso religioso e il relativismo corrode i legami più sacri rendendo fragili le persone. Un compito rivolto a far gustare l’amore di Dio, a far vivere la fede come avvenimento che cambia la vita, anche attraverso una «pastorale dell’intelligenza», che «prenda sul serio le domande dei giovani per aiutarli a trovare delle valide e pertinenti risposte cristiane».

Lo ha sottolineato Benedetto XVI aprendo ieri sera il convegno ecclesiale diocesano di Roma, sul tema “La gioia della fede e l’educazione delle giovani generazioni”, nella basilica di San Giovanni in Laterano. I giovani al centro dunque del suo intervento e della tre giorni del convegno, ma in continuità con il tema della famiglia che era l’oggetto del convegno 2005. Si tratta infatti, ha spiegato, di venire incontro ad «una preoccupazione diffusa in tante famiglie credenti, che nel contesto sociale e culturale di oggi temono di non riuscire a trasmettere la preziosa eredità della fede ai propri figli». Nel suo discorso il Papa ha ribadito che nell’educazione delle nuove generazioni non possono essere eluse le grandi questioni dell’amore e della verità. «Il cristiano non si accontenta di parole, e nemmeno di ideologie ingannatrici». Indispensabile, ha affermato il Santo Padre, che i giovani possano «fare esperienza della Chiesa come di una compagnia di amici davvero affidabile, vicina in tutti i momenti e le circostanze della vita. Una compagnia che non ci abbandonerà mai nemmeno nella morte, perché porta in sé la promessa dell’eternità».

Dopo l’intervento del Papa, la serata – animata dal Coro della diocesi di Roma – ha visto la relazione di mons. Mauro Parmeggiani, segretario generale del Vicariato, che ha presentato i contributi per la preparazione al convegno e ha offerto gli spunti per la riflessione dei gruppi di studio su cinque ambiti relativi al tema, in programma nella serata di oggi. Giovedì sera, sempre nella cattedrale di Roma, la sintesi dei lavori di gruppo e la relazione conclusiva del cardinale Ruini.

6 giugno 2006

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