Il Papa al Santo Sepolcro: «Possa la speranza levarsi sempre di nuovo»

L’ultima giornata di Benedetto XVI in Terra Santa. La visita alla Chiesa Patriarcale Armena Apostolica di Gerusalemme di R. S.

Ultima giornata del Papa in Terra Santa, con un programma ancora una volta intenso. Nell’incontro ecumenico al Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme eleva la sua preghiera per un nuovo slancio ai lavori della Commissione internazionale congiunta per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse. «Dobbiamo trovare – afferma Benedetto XVI – la forza di raddoppiare il nostro impegno per perfezionare la nostra comunione, per renderla completa, per recare comune testimonianza all’amore del Padre, che invia il Figlio affinché il mondo conosca il suo amore per noi».

Per il Papa il «servizio più grande» dei cristiani di Gerusalemme ai propri concittadini è «allevare e educare una nuova generazione di cristiani ben formati ed impegnati, solleciti nel desiderio di contribuire generosamente alla vita religiosa e civile di questa città unica e santa». «La priorità fondamentale di ogni leader cristiano – aggiunge – è di nutrire la fede degli individui e delle famiglie affidati alle sue premure pastorali».

Parole di speranza risuonano dal Santo Sepolcro: «La tomba vuota – sottolinea il Santo Padre nella sua visita – ci parla di speranza, quella stessa che non ci delude, poiché è dono dello Spirito della vita. Questo è il messaggio che oggi desidero lasciarvi, a conclusione del mio pellegrinaggio nella Terra Santa. Possa la speranza levarsi sempre di nuovo, per la grazia di Dio, nel cuore di ogni persona che vive in queste terre!».

«Il Vangelo ci dice – dice ancora il Papa – che Dio può far nuove tutte le cose, che la storia non necessariamente si ripete, che le memorie possono essere purificate, che gli amari frutti della recriminazione e dell’ostilità possono essere superati, e che un futuro di giustizia, di pace, di prosperità e di collaborazione può sorgere per ogni uomo e donna, per l’intera famiglia umana, ed in maniera speciale per il popolo che vive in questa terra, così cara al cuore del Salvatore».

Quindi, la visita alla Chiesa Patriarcale Armena Apostolica di Gerusalemme. «Negli ultimi decenni, abbiamo sperimentato, per grazia di Dio – afferma Benedetto XVI -, una significativa crescita nelle relazioni tra la Chiesa Cattolica e la Chiesa Apostolica Armena. Considero una grande benedizione l’essermi incontrato l’anno scorso con il Catholicos e Supremo Patriarca di tutti gli Armeni Karekin II e con il Catholicos di Cilicia Aram I».

Nella cerimonia di congedo all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, il Papa rievoca i giorni trascorsi in Terra Santa, le emozioni vissute. «È stato davvero un pellegrinaggio di fede, fatto in spirito di venerazione per queste terre che hanno avuto un ruolo tanto significativo nella storia della salvezza e in spirito di profondo affetto per i popoli che vivono in questa Terra Santa. Sono venuto qui – chiarisce il Pontefice – come amico degli israeliani, così come sono amico del popolo palestinese. Nessun visitatore della Terra Santa può fare a meno di notare con tristezza la tensione che ancora caratterizza le relazioni tra i due popoli». L’appello finale: «Mai più spargimento di sangue! Mai più combattimenti! Mai più terrorismo! Mai più guerre!».

15 maggio 2009

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