Il Papa al Te Deum: «Sostenere i genitori, primi educatori alla fede»

Presiedendo la celebrazione del 31 dicembre, Benedetto XVI si è soffermato sulla realtà di Roma e delle sue famiglie. Alle istituzioni l’appello affinché tutti possano «vivere dignitosamente» di Angelo Zema

Leggi il testo integrale dell’omelia del Papa

Un incoraggiamento a mettere in pratica gli indirizzi pastorali emersi dallo scorso Convegno diocesano, dedicato alla pastorale battesimale e post-battesimale, per sostenere i genitori cristiani nella trasmissione della fede ai propri figli e un appello alle istituzioni «affinché tutti i cittadini abbiano accesso a quanto è essenziale per vivere dignitosamente». Benedetto XVI li ha rivolti nell’omelia della celebrazione dei primi vespri della solennità di Maria Santissima Madre di Dio presieduta lunedì 31 dicembre nella basilica di San Pietro. (FOTO) Una liturgia, cui ha partecipato il cardinale vicario Agostino Vallini, conclusa dal canto del tradizionale inno Te Deum di ringraziamento a conclusione dell’anno.

Nel rendere grazie a Dio per l’anno terminato, il Papa ha sottolineato che «il male fa più rumore del bene; un omicidio efferato, delle violenze diffuse, delle gravi ingiustizie fanno notizia; al contrario i gesti di amore e di servizio, la fatica quotidiana sopportata con fedeltà e pazienza rimangono spesso in ombra, non emergono. Anche per questo motivo non possiamo fermarci solo alle notizie se vogliamo capire il mondo e la vita; dobbiamo essere capaci di sostare nel silenzio, nella meditazione».

Lo sguardo è poi calato sulla città e sulla missione evangelizzatrice della Chiesa. «Come l’Apostolo Paolo, ogni fedele di questa città deve sentirsi debitore del Vangelo verso gli altri abitanti!». Il Papa ha ricordato che «da diversi anni la nostra diocesi è impegnata ad accentuare la dimensione missionaria della pastorale ordinaria, affinché i credenti, sostenuti specialmente dall’Eucaristia domenicale, possano diventare discepoli e testimoni coerenti di Gesù Cristo. A questa coerenza di vita sono chiamati in modo del tutto particolare i genitori cristiani, che sono per i loro figli i primi educatori della fede».

«La complessità della vita in una grande città come Roma e una cultura che appare spesso indifferente nei confronti di Dio – ha osservato il Santo Padre – impongono di non lasciare soli i padri e le madri in questo compito così decisivo, anzi, di sostenerli e accompagnarli nella loro vita spirituale». Benedetto XVI ha evidenziato la necessità di «un impegno generoso per sviluppare gli itinerari di formazione spirituale che dopo il battesimo dei bambini accompagnino i genitori a tenere viva la fiamma della fede, offrendo loro suggerimenti concreti affinché, fin dalla più tenera età, sia annunciato il Vangelo di Gesù. La nascita di gruppi di famiglie, nei quali si ascolta la Parola di Dio e si condividono le esperienze di vita cristiana, aiuta a rafforzare il senso di appartenenza alla comunità ecclesiale e a crescere nell’amicizia con il Signore».

Il Papa ha sottolineato l’importanza di «costruire un rapporto di cordiale amicizia anche con quei fedeli che, dopo aver battezzato il proprio bambino, distolti dalle urgenze della vita quotidiana, non mostrano grande interesse a vivere questa esperienza: essi potranno così sperimentare l’affetto della Chiesa che, come madre premurosa, si pone loro accanto per favorirne la vita spirituale».

Imprescindibile l’impegno per la formazione degli operatori pastorali. Il Pontefice lo definisce «una preziosa via per formare laici che sappiano farsi eco del Vangelo in ogni casa e in ogni ambiente, anche attraverso i centri di ascolto che tanto frutto hanno portato al tempo della Missione cittadina». In questo senso, i «Dialoghi in Cattedrale», per il Papa, «costituiscono un’esperienza quanto mai opportuna per incontrare la città e dialogare con quanti, cercatori di Dio e della verità, si interrogano sulle grandi domande dell’esistenza umana». Decisivo, poi, nel cammino di annuncio e testimonianza, il sostegno a «quanti vivono situazioni di povertà e di emarginazione, come pure alle famiglie in difficoltà, specialmente quando devono assistere persone malate e disabili. Confido vivamente che le istituzioni ai vari livelli non faranno mancare la loro azione affinché tutti i cittadini abbiano accesso a quanto è essenziale per vivere dignitosamente».

2 gennaio 2013

Potrebbe piacerti anche