Il Papa: Eucaristia, presenza concreta tra le case

Celebrando la Messa del Corpus Domini, ha definito il sacramento «cuore pulsante della città» e sottolineato la «funzione educativa» del sacro. Migliaia di persone anche alla processione di Angelo Zema

Un fiume di gente nel cuore di Roma. (FOTO) In preghiera con il suo vescovo, Benedetto XVI, camminando con Cristo Eucaristia. Testimoniando la concretezza di un sacramento, vivo come quel popolo che – stretto con affetto attorno al Pastore della Chiesa universale e locale – continua a porre l’Eucaristia al centro della fede. E a volerne vivere con intensità i due aspetti – il culto e la sacralità – che il Papa ha rimarcato nell’omelia della Messa celebrata nella serata di ieri, giovedì 7 giugno, per la solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo sul sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano. Una celebrazione seguita dalla consueta processione fino a Santa Maria Maggiore e qui conclusa dalla benedizione eucaristica.

Il Santo Padre ha sottolineato la «funzione educativa» del «sacro». Così vitale che «la sua scomparsa – ha ammonito – inevitabilmente impoverisce la cultura, in particolare la formazione delle nuove generazioni. Se, per esempio, in nome di una fede secolarizzata e non più bisognosa di segni sacri, venisse abolita questa processione cittadina del Corpus Domini, il profilo spirituale di Roma risulterebbe “appiattito”, e la nostra coscienza personale e comunitaria ne resterebbe indebolita».

Un richiamo forte al significato di una celebrazione che ancora richiama decine di migliaia di fedeli da tutta la città. «Oppure – ha aggiunto il Pontefice – pensiamo a una mamma e a un papà che, in nome di una fede desacralizzata, privassero i loro figli di ogni ritualità religiosa: in realtà finirebbero per lasciare campo libero ai tanti surrogati presenti nella società dei consumi, ad altri riti e altri segni, che più facilmente potrebbero diventare idoli. Dio, nostro Padre non ha fatto così con l’umanità: ha mandato il suo Figlio nel mondo non per abolire, ma per dare il compimento anche al sacro». Giovani, genitori, educatori: tutti esortati dal Papa a riflettere sul significato del mistero eucaristico e a riscoprirlo per incarnarlo nella propria vita.

Accanto alla sacralità dell’Eucaristia, il culto: due aspetti tra loro connessi. «È importante riprenderli in considerazione – ha osservato Benedetto XVI – per preservarli da visioni non complete del Mistero stesso, come quelle riscontrate nel recente passato». In merito al culto sotto la forma dell’adorazione eucaristica, ha affermato che «una interpretazione unilaterale del Concilio Vaticano II ha penalizzato questa dimensione, restringendo in pratica l’Eucaristia al momento celebrativo».

Uno sbilanciamento che – ha spiegato il Papa – «ha avuto ripercussioni anche sulla vita spirituale dei fedeli. Infatti, concentrando tutto il rapporto con Gesù Eucaristia nel solo momento della Santa Messa, si rischia di svuotare della sua presenza il resto del tempo e dello spazio esistenziali. E così si percepisce meno il senso della presenza costante di Gesù in mezzo a noi e con noi, una presenza concreta, vicina, tra le nostre case, come “Cuore pulsante” della città, del paese, del territorio… Il Sacramento della Carità di Cristo deve permeare tutta la vita quotidiana».

Il Papa ha poi affermato che «è sbagliato contrapporre la celebrazione e l’adorazione, come se fossero in concorrenza l’una con l’altra». Invece «il culto del Santissimo Sacramento costituisce come “l’ambiente” spirituale entro il quale la comunità può celebrare bene e in verità l’Eucaristia». Nell’adorazione, ha rimarcato, «siamo tutti sullo stesso piano, in ginocchio davanti al Sacramento dell’Amore. Il sacerdozio comune e quello ministeriale si trovano accomunati nel culto eucaristico».

Esperienza «bella e significativa», ha sottolineato Benedetto XVI, «che abbiamo vissuto diverse volte nella basilica di San Pietro, e anche nelle indimenticabili veglie con i giovani», tra cui ha citato quelle di Colonia, Londra, Zagabria, Madrid. Sono momenti che «preparano la celebrazione della Santa Messa, preparano i cuori all’incontro». Un incontro che si nutre di «comunione e contemplazione», inseparabili per la comunicazione vera con un’altra persona. Come quella con Cristo Eucaristia.

7 giugno 2012

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