Il Papa: «Solo nella condivisione la nostra vita sarà feconda»

La celebrazione del Corpus Domini presieduta per la prima volta da Francesco sul sagrato della basilica lateranense. «Nell’Eucaristia il Signore ci fa percorrere la sua strada: quella del dono» di Angelo Zema

Non avere paura della solidarietà. Perché «nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto». Papa Francesco esorta così le decine di migliaia di persone che partecipano alla celebrazione del Corpus Domini, (FOTO) quelle che definisce «la folla del Vangelo» del nostro tempo. Una folla infreddolita da una singolare fine di maggio in versione autunnale ma puntuale all’appuntamento, giovedì 30 maggio, davanti alla cattedrale di Roma, con il suo vescovo.

Papa Francesco per la prima volta presiede la celebrazione nella solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo per poi guidare, a piedi, la processione eucaristica fino alla basilica di Santa Maria Maggiore, seguendo l’ostensorio con l’Ostia consacrata posto su un veicolo attrezzato. Dall’altare collocato sul sagrato della basilica di San Giovanni in Laterano, il Pontefice, commentando la frase di Gesù ai discepoli «Voi stessi date loro da mangiare» nel brano della moltiplicazione dei pani, indica tre parole chiave secondo una struttura di omelia ormai nota: «Sequela, comunione, condivisione».

Una sequela che nasce dal fatto che «Gesù parla e agisce in modo nuovo, con l’autorità di chi è autentico e coerente, di chi parla e agisce con verità, di chi dona la speranza che viene da Dio, di chi è rivelazione del Volto di un Dio che è amore». Ancora, di fronte alla necessità della folla, la soluzione di Gesù prospettata in quella frase va in un’altra direzione rispetto a quella proposta dai discepoli, che vorrebbero congedarla. «Quante volte noi cristiani – osserva il Papa – abbiamo questa tentazione! Non ci facciamo carico delle necessità degli altri». La scelta di Gesù, che nutre con il suo pane di vita, conduce alla comunione.

«È nell’ascoltare la sua Parola, nel nutrirci del suo Corpo e del suo Sangue, che Egli – afferma il Santo Padre – ci fa passare dall’essere moltitudine all’essere comunità, dall’anonimato alla comunione. L’Eucaristia è il sacramento della comunione, che ci fa uscire dall’individualismo per vivere insieme la sequela, la fede in lui». Da qui alcune domande che Papa Francesco pone nell’omelia come un parroco farebbe ai suoi fedeli: «Come vivo io l’Eucaristia? La vivo in modo anonimo o come momento di vera comunione con il Signore, ma anche con tanti fratelli e sorelle che condividono questa stessa mensa? Come sono le nostre celebrazioni eucaristiche?». Vivere la sequela è possibile però solo in una logica di condivisione, come mette in luce chiaramente l’invito di Gesù «Voi stessi date…».

«E sono proprio i discepoli smarriti di fronte all’incapacità dei loro mezzi, alla povertà di quello che possono mettere a disposizione – sottolinea il Pontefice – a far accomodare la gente e a distribuire, fidandosi della parola di Gesù, i pani e pesci che sfamano la folla. E questo ci dice che nella Chiesa, ma anche nella società, una parola chiave di cui non dobbiamo avere paura è “solidarietà”, saper mettere, cioè, a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità.

Solidarietà: una parola malvista dallo spirito mondano!». E in questa serata se ne sperimenta la sorgente. «La “solidarietà di Dio” con l’uomo, una solidarietà – aggiunge il Papa – che mai si esaurisce, che non finisce di stupirci: Dio si fa vicino a noi. Gesù anche questa sera si dona a noi nell’Eucaristia, condivide il nostro stesso cammino, anzi si fa cibo, il vero cibo che sostiene la nostra vita anche nei momenti in cui la strada si fa dura, gli ostacoli rallentano i nostri passi. E nell’Eucaristia il Signore ci fa percorrere la sua strada, quella del servizio, della condivisione, del dono, e quel poco che abbiamo, quel poco che siamo, se condiviso, diventa ricchezza, perché la potenza di Dio, che è quella dell’amore, scende nella nostra povertà per trasformarla».

La strada della «folla del Vangelo» di giovedì 30 maggio, al termine della celebrazione, si snoda attraverso via Merulana per raggiungere la basilica di Santa Maria Maggiore, tra canti e preghiere. Presenti il cardinale vicario e altri cardinali, arcivescovi e vescovi, tra cui gli ausiliari di Roma, e numerosi sacerdoti. Ultimo atto, la benedizione eucaristica del Papa dal sagrato della basilica di Santa Maria Maggiore.

31 maggio 2013

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