Inmp, nuovi progetti di medicina sociale

L’annuncio nella visita del ministro della Sanità. Avvocato di Strada: proposta di legge per il diritto alla salute di chi perde la residenza. Balduzzi: prioritaria l’attenzione alle fasce fragili di Emanuela Micucci

Sono sempre di più i pensionati italiani a basso reddito e gli anziani malati cronici che chiedono assistenza al poliambulatorio romano dell’Inmp, l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti per il contrasto alle malattie della povertà a Trastevere (www.inmp.it). «Abbiamo registrato almeno un 5% in più negli ultimi tempi», spiega il direttore generale Maria Concetta Mirisola, ieri, 10 maggio, durante la visita all’istituto del ministro della Salute Renato Balduzzi. Stime in crescita, anche considerando i nuovi progetti di medicina sociale dell’Inmp che prevedono, oltre a visite e controlli, «anche la distribuzione gratuita di protesi acustiche, 1.200 paia d’occhiali e altri presidi».

Povertà metropolitane a rischio esclusione sociale, soprattutto quando si perde la casa. E non occorre finire a vivere in strada. «Chi perde la residenza è cancellato dalla lista dell’anagrafe al Comune e in automatico perde il diritto all’assistenza del Sistema sanitario nazionale, potendo usufruire solo delle cure del Pronto soccorso», denuncia Antonio Mumolo, il presidente dell’associazione di volontari Avvocato di Strada, che dal 2008 ha uno sportello all’interno dell’Inmp. «Una situazione che – precisa – riguarda circa 40mila italiani, tra senza fissa dimora e persone che per motivi economici o di altro genere perdono la residenza e spesso l’abitazione».

«Possiamo smentire il pregiudizio che gli immigrati portano malattie – sottolinea Mirisola –. Il migrante è sano. Il 74% non ha nessun problema clinico, il 23% ha patologia correlate alla traversata in mare come quelle causate dall’immobilismo, disidratazione e digiuno prolungati, traumatismi, ustioni».

Ed ecco il poliambulatorio, dove tutti i cittadini, italiani e stranieri, possono accedere senza appuntamento, né prenotazione né liste d’attesa, tutti i giorni, sabato e domenica compresi (via delle Fratte di Trastevere, 52). Un’equipe socio-sanitaria, tra cui 300 mediatori culturali, accoglie i pazienti con un’assistenza transdisciplinare e transculturale, legandola a formazione e ricerca. In 5 anni di attività si sono assistiti 43.311, gli accessi sono stati 137.442. Pazienti soprattutto stranieri (78-88%), mentre gli italiani sono il 12-22%. E per lo più giovani: il 41% ha tra i 18 e i 34 anni, il 34% e nella fascia di età 34-54. Mentre i ragazzi minorenni sono 8%. Significativo il 9% di over 65enni. Il 41% proviene dall’Unione europea, il 23% dall’Africa. L’11,18% usufruisce dell’apposito Servizio per richiedenti protezione internazionale, rifugiati, vittime di tortura. «Attualmente l’istituto è impegnato nella costruzione di un percorso di medicina sociale per le fasce deboli della popolazione», spiega Mirisola. Progetti che permetteranno gratuitamente visite specialistiche, somministrazione di protesi dentarie mobili, assegnazione di 1.200 paia di occhiali graduati, di protesi acustiche e di kit per l’automedicazione cutanea, oltre a ecografie prenatali, counseling e test per l’Hiv e le malattie sessualmente trasmissibili.

«Nei momenti di crisi serve attenzione per chi è più fragile – dichiara Balduzzi -. Chi è debole ha bisogno di una rete di sostegno. In questo contesto l’Inmp “è strategico” per l’Italia». Ma cure e assistenza sanitaria pubblica, pur garantite dalla Costituzione, sono di fatto negate a chi perde la residenza, denuncia Mumolo, annunciando al ministro una proposta di legge per «modificare la legge sul Servizio sanitario nazionale, affinché venga eliminato il requisito del possesso della residenza per poter usufruire dell’assistenza sanitaria, e l’istituzione di un fondo regionale per il pagamento dei medici di base per l’assistenza alle persone che finiscono in strada». Aperto nell’Inmp il martedì e il giovedì pomeriggio (ore 15-17), lo sportello romano di Avvocati di strada, «accoglie circa 200 pratiche all’anno – ricorda il referente, Andrea Piqué –, soprattutto per problemi legati alla residenza, l’asilo, l’immigrazione. Ma anche il diritto del lavoro».

11 maggio 2012

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