La Caritas a Lucoli per il dopo-emergenza
Un’équipe farà da riferimento per animazione e supporto sociale. La raccolta di beni di prima necessità sarà coordinata da cinque parrocchie, una per ogni settore. Singoli e gruppi possono dare la propria disponibilità a partire come volontari di Giulia Rocchi
Due grandi tende, un container con i bagni, e una casetta prefabbricata da utilizzare come ufficio. Da qui riprende l’attività pastorale nella zona di Lucoli, Scoppito e Tornimparte, grazie all’impegno della Caritas diocesana di Roma che ha donato le provvisorie, eppure preziose, strutture montate accanto all’abbazia di San Giovanni Battista, a Lucoli. In accordo con Caritas italiana, infatti, all’organismo romano è stata assegnata la cura dei piccoli centri a ovest dell’Aquila. Lavorando a stretto contatto con i parroci, punti di riferimento per la popolazione. Non a caso anche il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, li ha scelti come interlocutori privilegiati a cui illustrare i progetti per la ricostruzione.
Ma le strutture, da sole, non bastano. Serve anche che qualcuno stia lì, accanto ai sacerdoti e alle famiglie che hanno perso tutto. «Nel corso del mese di maggio – informa monsignor Guerino Di Tora, direttore della Caritas diocesana di Roma – si insedierà in loco un’équipe che, in collaborazione con i parroci e gli operatori pastorali di Lucoli, farà da riferimento per le attività di animazione e di supporto sociale, nel momento in cui l’emergenza sta assumendo i contorni di una quotidianità da gestirsi nel medio e lungo periodo».
Intanto, da quel 6 aprile in cui la terra ha tremato, gli operatori della Caritas romana sono stati più volte a visitare il territorio colpito dal sisma. A trovare la gente di Lucoli e dintorni che ha abbandonato le case ferite per trasferirsi nelle tendopoli o in tende di fortuna, montate davanti alle cascine e ai casolari. In tutto, circa 2.600 persone. «Nelle tendopoli ci sono problematicità trasversali – ammette Oliviero Bettinelli, responsabile del settore di educazione alla pace e alla mondialità della Caritas romana –. Vi si trovano persone di tutte le età e a ciascuno bisogna stare accanto in modo diverso: dagli anziani, spesso soli, alle persone in età adulta, che prima lavoravano e adesso si ritrovano all’improvviso senza lavoro, fino ai bambini. Anche se forse la cosa più semplice è coinvolgere i più piccoli, organizzando giochi e attività».
E quanti vogliono dare una mano, affiancando gli operatori nell’animazione e non solo, possono dare la propria disponibilità alla Caritas diocesana. Basta compilare il modulo presente on line sul sito www.caritasroma.it. Lo stesso vale per i gruppi e le parrocchie. Un’altra scheda è a disposizione di chi vuole offrire ospitalità a persone sfollate, magari in una “seconda casa” al mare o in montagna.
Per quanto riguarda la raccolta di beni, come alimenti in scatola o prodotti per l’infanzia, verrà effettuata a partire da lunedì prossimo, in modo da verificare di cosa ci sia realmente necessità. In questa fase avranno un ruolo fondamentale cinque parrocchie, una per ogni settore della diocesi, che diventeranno veri centri di raccolta: Santissima Annunziata, San Policarpo, San Michele Arcangelo, San Girolamo a Corviale, San Giuseppe Cottolengo. Settimanalmente sarà aggiornato il sito www.caritasroma.it con l’elenco delle cose che occorrono e gli orari in cui poterli portare nelle parrocchie: ne daremo notizia tempestivamente.
12 maggio 2009