La crisi, nuova opportunità per progettare il futuro
Gad Lerner e Safiria Leccese protagonisti di un incontro alla Pontificia Università Lateranense moderato dal teologo don Paolo Asolan, dedicato al rapporto tra i giovani e la fede di Mariaelena Finessi
La crisi come una possibilità per battere nuovi, e più proficui, percorsi. D’accordo sulla chance che il momento attuale offrirebbe ai più giovani, i giornalisti Gad Lerner e Safiria Leccese, trovatisi l’8 maggio a confrontarsi con gli studenti della Pontificia Università Lateranense nell’ambito dell’iniziativa “Custos”, un ciclo di dibattiti concepito dal Servizio per la pastorale universitaria dell’ateneo col fine di «capire il presente e progettare il futuro». In altri termini, spiegano gli organizzatori, «per riflettere sulle insidie che minacciano la fede, proporre idee e soluzioni e confrontarsi con chi non crede, offrendo per questo delle reali testimonianze».
Una sfida che i due giornalisti hanno accettato prendendo parte al primo dei dibattiti in programma, moderato dal teologo don Paolo Asolan, addetto dell’Ufficio per la pastorale sociale del Vicariato, e nel cui titolo, “I giovani e la fede nel tempo della crisi”, è racchiuso un quesito quanto mai drammatico: «Perché non è tanto la crisi il punto – esordisce Leccese, conduttrice Mediaset -. In fondo le crisi ci sono sempre state e la storia è fatta di corsi e ricorsi. Ciò che manca è invece un valido modello di riferimento per i ragazzi». Altrimenti detto, un modello credibile, specie tra i politici, almeno tra quelli «che non offrono con la propria vita – puntualizza il rettore dell’ateneo, il vescovo Enrico dal Covolo – una testimonianza coerente con i valori professati invece a parole». Dunque «più che una crisi economica – sintetizza don Asolan -, trattasi di una crisi che investe l’esistenza stessa dell’uomo». A ricordarlo, continua il teologo, «è Benedetto XVI che nella enciclica Caritas in veritate con lungimiranza ha colto come la questione sociale sia “diventata radicalmente questione antropologica”».
In discussione è l’essere vivente e il suo bagaglio culturale e valoriale, forse impoveritosi o almeno alleggeritosi lungo il cammino. Allora la crisi – termine proveniente dal greco “krísis”, a sua volta derivato da “kríno”, cioè “io giudico” – è il momento del “vaglio”, del discernimento: «Che lezione possiamo ricavarne? Cosa possiamo capire di noi stessi?», chiede Asolan. «La benedizione di questa crisi – è la risposta di Leccese – potrebbe essere quella di ridare un’opportunità a chi ha un approccio formativo diverso, meno provinciale. Ciò che intendo è che bisogna abituarsi a guardare al mondo, il che non significa incentivare la fuga dei cervelli all’estero ma aprirsi alle opportunità, ovunque esse siano». Alla mentalità più plastica, occorrerebbe aggiungere «una formazione più strutturata e un’etica di base forte perché – spiega la conduttrice di Tgcom24 -, sono i valori a fare la differenza e, tra i valori, la religione ha un “plus”, aiutando a guardare più in là».
Dal suo canto Gad Lerner, dopo aver ricordato che troppo è stato lasciato correre, dalle «abitudini di taluni politici», per cui a denunciarle si veniva tacciati di «moralismo», fino al «paradosso» di valori enunciati pubblicamente e non attuati nella propria vita, ricorda con il filosofo Walter Benjamin come il capitalismo sia divenuto la nuova religione, senza teologia né fede ma fondata sull’idolatria dell’utile, sviluppatasi parassitariamente sul cristianesimo. Il conduttore del programma di approfondimento “L’infedele”, in onda su La7, spiega il concetto prendendo spunto dal libro di Elettra Stimilli “Il debito del vivente”, secondo cui il capitalismo avrebbe la radice in quel sapersi nati con una colpa originaria, pregressa, e da qui la ricerca costante del profitto per colmare il debito. Al potere religioso si è sostituito gradualmente quello economico e la fede nel trascendente è stata soppiantata dalla fede terrena nel possesso. Con tutto ciò che questo ha comportato, sul piano economico-finanziario e, ancor più, antropologico.
9 maggio 2012