La Fisc: dalle radici il futuro dell’Europa
Il convegno promosso a Piacenza dal 18 al 20 marzo nel centenario del settimanale della diocesi di Piacenza–Bobbio, “Il Nuovo Giornale”, diretto negli anni ’50 anche dal cardinale Tonini. Il ruolo delle Chiese per il rilancio del progetto europeo di Angelo Zema
Un’Europa con l’anima, non rivolta solo all’economia ma mirata a fondare il proprio cammino sulle radici cristiane. Radici espresse anche dall’esempio di tanti santi come Colombano, il missionario irlandese che concluse la sua vita nel 615, a Bobbio (diocesi oggi unita a Piacenza), dove è conservato il suo corpo. È ispirata a questo grande santo, ancora poco conosciuto, la scelta del tema del convegno nazionale della Fisc (la Federazione italiana settimanali cattolici che raggruppa 186 testate locali per un milione di copie settimanali), “Fare l’Europa. Le radici e il futuro”, promosso a Piacenza dal 18 al 20 marzo.
La città emiliana ha celebrato con l’occasione i 100 anni del settimanale della diocesi di Piacenza–Bobbio, “Il Nuovo Giornale”. Un periodico che «ha vissuto quasi sempre in prima linea i vari momenti del secolo scorso, con direttori capaci di affrontare i problemi del tempo»: così lo storico Fausto Fiorentini, direttore dell’Ufficio stampa della diocesi di Piacenza-Bobbio, ha rievocato la storia della testata nata il 6 gennaio 1910 addirittura come quotidiano. Tra i suoi direttori, anche il cardinale Ersilio Tonini, che lo guidò dal 1947 al 1953 e che al convegno ha fatto pervenire la sua testimonianza con un videomessaggio.
Ma al centro dell’attenzione è stata appunto l’Europa, con la preoccupazione per la situazione attuale della cultura nel continente. Monsignor Jozef Zycinski, arcivescovo di Lublino (Polonia) e membro del Pontificio Consiglio della cultura, ha detto di non aspettarsi « che il futuro sviluppo della cultura europea possa continuare la tradizione dei santi, dei martiri o dei costruttori delle cattedrali», ma il «dialogo interconfessionale fa sperare che i valori religiosi universali possano svolgere un ruolo importante nella trasformazione creativa» di questa cultura. Monsignor Zycinski ha affermato che «l’apertura alla realtà trascendente di Dio» può costituire «un fondamento al senso, alla bellezza e alla sensibilità delle coscienze, senza le quali non è possibile lo sviluppo della cultura».
Per monsignor Gianni Ambrosio, vescovo di Piacenza-Bobbio e delegato della Cei alla Commissione degli episcopati della Comunità europea, «le Chiese, insieme alla società civile e alle autorità culturali, possono concorrere al rilancio del progetto europeo per far crescere quell’esperienza originale che si chiama Unione europea. Una crescita che non si limita al solo sviluppo economico, ma va oltre quella povera immagine dell’homo economicus, chiuso in se stesso, per favorire l’immagine di un uomo europeo che riconosce i suoi legami con gli altri, con le sue radici, con la sua storia, con i suoi valori».
Il rischio, secondo Dino Rinoldi, docente di diritto dell’Unione europea all’Università Cattolica di Piacenza, è che manchino gli europei. «Siamo chiamati a lavorare per costruire cittadini d’Europa» è il suo appello. Una luce può arrivare proprio dall’esempio di san Colombano, il cui cammino di evangelizzazione partito dall’Irlanda è stato ricordato da don Pietro Pratolongo, docente di liturgia allo Studio teologico interdiocesano di Camaiore. Per Colombano «l’Europa è un continente di Chiese e non un dato geografico, compito del Papa di Roma è l’unità nella diversità, Cristo è il centro della fede e della società europea, Lui è l’unità dei popoli».
Significativa, dunque, la preghiera dei partecipanti al convegno attorno alla tomba di Colombano, a Bobbio, a conclusione dell’iniziativa. Con l’impegno, richiesto dal presidente della Fisc, don Giorgio Zucchelli, a dedicare più spazio all’Europa nei settimanali cattolici. Anche perché, ha affermato monsignor Claudio Giuliodori, vescovo di Macerata e presidente della Commissione episcopale per la cultura e la comunicazione, «non c’è futuro senza uno sguardo europeo».
23 marzo 2010