La gratitudine per il cardinale Ruini
Gli ottant’anni del vicario emerito: il 5 marzo la celebrazione al Seminario Maggiore con il clero romano di Angelo Zema
«Un bisogno del cuore»: così il cardinale Agostino Vallini definisce la decisione di festeggiare gli 80 anni del cardinale Camillo Ruini (compiuti sabato 19 febbraio), cardinale vicario emerito della diocesi, con la celebrazione del 5 marzo al Seminario Maggiore, annunciata nella lettera che pubblichiamo in questa pagina. Un momento di preghiera e di festa con i sacerdoti, testimonianza di gratitudine per l’impegno speso dal cardinale Ruini in 17 anni e mezzo di ministero episcopale come primo collaboratore del Santo Padre nella diocesi di Roma.
Il pensiero corre al gennaio 1991, quando fu nominato da Giovanni Paolo II, e alle tante tappe che hanno contraddistinto il suo impegno a Roma, affiancato dal «gravoso ufficio di presidente della Cei», come ricorda nella lettera il cardinale Vallini. La conclusione del Sinodo diocesano, segnata dal «Confronto con la città»; la Missione cittadina, con la mobilitazione di migliaia di laici nell’evangelizzazione della città; il Giubileo del 2000 con le tante celebrazioni, in particolare la Giornata mondiale della gioventù con la veglia di Tor Vergata; l’accompagnamento all’ordinazione di numerosi presbiteri diocesani (484); l’impegno per favorire la realizzazione di nuove chiese nelle periferie romane (57); le visite pastorali alle parrocchie.
E soprattutto il costante rapporto di collaborazione con due Pontefici, prima Giovanni Paolo II – per il quale ha aperto e concluso la fase diocesana della causa di beatificazione e canonizzazione – e poi Benedetto XVI, che rivolse al cardinale Ruini uno speciale «grazie» per la sua fedeltà alla Chiesa con una lettera in occasione del suo 25° anniversario di ordinazione episcopale. «Ella è stata esemplarmente fedele al suo motto episcopale “Veritas liberabit nos”. In nome di questa verità, che è Cristo stesso, lei si è continuamente speso per il popolo di Dio che è in Roma». Al Santo Padre, nel saluto in occasione della nomina del nuovo vicario (27 giugno 2008), il cardinale Ruini espresse la gratitudine per la fiducia accordata: «Essere il suo primo collaboratore nella diocesi di Roma è stata una grande responsabilità, ma soprattutto un dono e una gioia». E ai romani, nell’omelia della Messa presieduta per il suo 25° di episcopato, disse: «Piuttosto del poco amore che ho dato, vorrei parlare del grande amore che ho ricevuto dalla Chiesa e dalla città di Roma… È questo un aiuto immenso, un immenso sostegno».
L’attività del cardinale Ruini continua in particolare alla guida del Comitato Cei per il Progetto culturale con l’invito alla ricerca di un’alleanza tra fede e ragione e ad un’attenzione marcata alla questione antropologica, in un confronto sempre vivo con il pensiero laico. È la prosecuzione dell’impegno per una «fede pensata» condotto da tanti anni, testimoniato anche da iniziative diocesane come i «Dialoghi in cattedrale» tra personalità della Chiesa e della cultura: il fatto che a distanza di quindici anni dal loro avvio vengano nuovamente riproposti (il nuovo ciclo di tre incontri prenderà il via nella basilica di San Giovanni in Laterano il prossimo 10 marzo) è prova della bontà di una scelta che mirava ad incarnare la fede nella cultura del nostro tempo, concretizzando nei fatti quella «pastorale dell’intelligenza» che poi Benedetto XVI avrebbe rilanciato in occasione di un Convegno diocesano. Per queste grandi tappe, e per il suo quotidiano lavoro al servizio della diocesi, la Chiesa di Roma gli rende grazie. I sacerdoti lo faranno pregando insieme a lui, sabato 5 marzo, nella festa della Madonna della Fiducia.
22 febbraio 2011