La veglia di preghiera per i cristiani perseguitati

La celebrazione nella basilica del Sacro Cuore di Gesù in via Marsala presieduta dal vescovo Di Tora e promossa da diverse associazioni e movimenti di Jacopo D’Andrea

«In memoria delle vittime dei recenti attentati alle Comunità cristiane in Iraq, Egitto e Nigeria e a sostegno di tutti i cristiani perseguitati nel mondo». Questa è stata la motivazione della veglia di preghiera che si è svolta alle 19 di ieri (giovedì 13 gennaio) nella basilica parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù in via Marsala, a due passi dalla Stazione Termini. La cerimonia, presieduta dal vescovo monsignor Guerino Di Tora, è stata organizzata da Acli di Roma, Associazione nazionale famiglie numerose, Azione cattolica di Roma, Ceis, Centro Astalli, Comunione e Liberazione, Comunità di Sant’Egidio, Moica, Movimento dei Focolari, Opera Don Orione, Salesiani, Ufficio Migrantes della diocesi di Roma, Unitalsi, con il sostegno attivo delle principali istituzioni locali. Erano presenti infatti il sindaco Gianni Alemanno, il governatore della Regione Lazio Renata Polverini e il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti.

Il clima non era teso e contrito come durante il Natale copto ortodosso in via Laurentina ma all’esterno della basilica vigilava per la sicurezza una robusta pattuglia della Polizia di Stato coadiuvata da carabinieri e vigili urbani. Comunque, la veglia è proceduta senza intoppi. Dopo l’orazione iniziale alla lettura dei testi si sono alternati alcuni laici e padre Farid Kamal, cappellano copto cattolico. Quest’ultimo ha letto in lingua araba una parte del discorso delle Beatitudini contenuto nel Vangelo di Matteo (5, 1-16). Quindi l’omelia del vescovo Di Tora, che ha commentato i brani biblici e di testimonianza prendendo le mosse dall’esempio di Madre Teresa di Calcutta per sottolineare che «il rispetto e la via verso la pace passa necessariamente per la libertà religiosa». E ancora: «L’uomo è un animale religioso e che si nutre della libertà religiosa che è fatta anche da tutte le altre libertà».

Dopo l’omelia c’è stato spazio proprio per un gesto simbolico di preghiera. L’accensione dal cero pasquale, posto su di un lato dell’altare della basilica del Sacro Cuore, di tante piccole candele bianche offerte a tutti i presenti. E ancora, testimonianze e interventi di tanti fedeli. Una giovane ha letto una parte della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948 laddove si ribadisce che «ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, e di religione». Un uomo ha recitato la poesia di Salvatore Quasimodo del 1935 “Uomo del mio tempo” mentre a una donna è spettato il compito di leggere il brano della Genesi dove si narra dell’uccisione di Abele da parte di Caino (4, 1-16). Da ultimo è stata letta una parte del messaggio di Papa Benedetto XVI sulla «Libertà religiosa, via per la pace», in cui il Pontefice sottolinea che «la libertà religiosa è condizione per la ricerca della verità e la verità non si impone con la violenza ma con la forza della verità stessa». Ad accompagnare la lettura di questi brani, canti ed esecuzioni dal vivo di adagi e toccate di Bach e di una parte di un preludio di Franck.

La veglia, ha detto alla fine il sindaco Alemanno, è «l’inizio di un percorso per rivendicare la libertà religiosa in ogni angolo del mondo», annunciando che «ci saranno altre manifestazioni». La presidente del Lazio Renata Polverini gli ha fatto eco affermando che «era doveroso esserci per testimoniare assolutamente la nostra vicinanza ai copti». Soddisfazione anche da parte del parroco della basilica del Sacro Cuore don Valerio Baresi che ha detto: «Sono estremamente contento che tante associazioni si siano ritrovate qui a testimoniare la nostra fede comune. Siamo in un mondo dove c’è bisogno di una forte testimonianza d’amore e di fede perché gli attentati sono fatti per uccidere Dio, per toglierlo di mezzo».

14 gennaio 2011

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