“L’amore inatteso” è l’incontro con Dio
Basato su “Catholique anonime”, romanzo autobiografico di Thierry Bizot, racconta la storia del “ricominciante” Antoine, che ritrova la fede in una Parigi laica ma da favola di Massimo Giraldi
In Francia è uscito nel 2011, in Italia arriva adesso: conferma, ammesso che ce ne fosse bisogno, di una distanza ancora notevole esistente tra i bisogni che animano vita e azioni di gruppi sociali non invadenti, misurati e la capacità di affidare quei bisogni a luoghi narrativi ed espressivi in grado di farsi presenza, testimonianza presso gli altri e l’opinione pubblica. È “L’amore inatteso”, che nell’originale si intitola “Qui a envie d’etre aimé?”, ossia “Chi sogna d’essere amato?”, per la regia di un’esordiente, Anne Giafferi.
All’origine c’è un romanzo autobiografico, “Catholique anonime”, pubblicato nel 2008 e scritto da Thierry Bizot, nella realtà marito della Giafferi, produttore e sceneggiatore televisivo. Dal piccolo schermo prende il via anche il lavoro della donna, autrice di copioni e regista di alcune serie e fiction. L’esperienza descritta da Bizot è particolarmente importante. Si basa infatti sul fenomeno dei cosiddetti «ricomincianti», definiti da Enzo Bianchi come «adulti non battezzati, quindi non catecumeni, che ritrovano il cammino di fede in occasione di un evento personale o familiare».
Ecco allora in primo piano Antoine, a Parigi oggi. Avvocato quarantenne di successo, una carriera brillante, una bella famiglia, la moglie medico, i due figli nel momento della crescita. Per un normale incontro informativo, Antoine va a colloquio con un insegnante del figlio adolescente. Nei giorni successivi, il professore fa recapitare ad Antoine un invito. Per educazione e curiosità intellettuale più che per vero interesse, l’uomo va la sera in un locale parrocchiale dove vede riunite alcune persone. Un sacerdote, una comunità nemmeno troppo vivace, domande e risposte con toni bassi e quasi timidi.
Ma in quell’atmosfera qualcosa lo conquista. La lettura della Bibbia, i racconti di vita, le esperienze vissute fanno affiorare in lui alcune domande di cui non sospettava l’esistenza. Dopo prolungate assenze serali viste con sospetto dalla moglie, dopo gli ostacoli rappresentati dai difficili rapporti col fratello scapestrato e col padre che gli perdona tutto, arriva una fase di reciproca accettazione. Ad Antoine che dice «Forse andrò a Messa la domenica», la moglie risponde «Ci andrai senza di me, lo sai…».
Metafora nitida e rispettosa: la Francia laica non cede terreno ma lascia doveroso spazio a chi ritiene possibile un cammino differente, interiore, profondo, spirituale. Senza liti, o famiglia da sfasciare. Realistico nelle premesse, il film tocca con pudore tonalità un po’ da favola: quasi a raccontare non quello che succede ma quello che vorremmo succedesse. Tutto con una sincerità che sfiora la verità. Quella di una fede finalmente autentica, inattuale e quindi senza età. Come il Vangelo.
25 marzo 2013