L’eredità dell’Abbé Pierre in due incontri
A cento anni dalla nascita del fondatore (nella foto) il Movimento internazionale di solidarietà per la giustizia propone la presentazione della biografia scritta da Lefèvre e un incontro su “Rendiamo illegale la miseria” di Francesca Samà
A cinque anni dalla morte (22 gennaio 2007) e a cento dalla nascita (5 agosto 1912) dell’Abbé Pierre, al secolo Henri Grouès, fondatore delle comunità Emmaus, il Movimento internazionale di solidarietà per la giustizia, organizza due iniziative, in programma rispettivamente l’11 e il 13 maggio. «Lo scopo – spiega il presidente dell’associazione Renzo Fior – è ritrovarci tutti insieme per vivere l’attualità, gli stimoli e le provocazioni che la vita del fondatore della Comunità ci ricorda e ci ripropone». Provocazioni tutte raccolte nella biografia “Tutte le sfide dell’Abbé Pierre” di Denis Lefèvre edito da Emi che venerdì 11 maggio sarà presentato, presso la Comunità Emmaus di via Casale Merode 8, oltre che dal presidente e dall’autore stesso, dal cardinale Roger Etchegary, presidente emerito del Pontificio consiglio della giustizia e della pace, dal direttore di Rainews Corradino Mineo e dal coordinatore Massimo Orlandi.
Il testo, il primo pubblicato dopo la morte dell’Abbé Pierre, racconta in circa 400 pagine la storia di un uomo «che – precisa Fior – per tutta la vita è stato un fervente difensore dei diritti umani e testimone di un cristianesimo solidale». La sua, prosegue il presidente della Comunità, è stata una vita ricca di sfide a partire dalla sua vocazione a essere frate cappuccino, la militanza nella Resistenza, la presidenza del Movimento federalista mondiale a sostegno dell’obiezione di coscienza al servizio militare, la strenua difesa del diritto alla casa, fino alla lotta contro la fame nel mondo». Ma soprattutto, prosegue Fior, «la sua “pazzia” nel 1949 in Francia di proporre a un ex carcerato disperato di darsi da fare per aiutare gli altri che vivevano in difficoltà come lui».
Esperienza quest’ultima da cui sono nate le comunità di Emmaus, oggi presenti in 36 Paesi con oltre 300 Comunità e gruppi, «che – racconta il presidente – hanno alla base proprio l’idea di mettere i bisognosi nelle condizioni di aiutare prima se stessi e poi gli altri». E poi precisa ancora Fior «l’ esperienza dell’Abbé Pierre come deputato alla campagna di solidarietà, nota come “insurrezione della bontà”, lanciata nel rigido inverno del ’54» quando a causa del forte freddo in Francia molti senzatetto morirono assiderati ai bordi dei marciapiedi. «Il suo appello, fatto a una radio – racconta il presidente di Emmaus -, in quell’occasione è stato di donare coperte, tende e generi di conforto a quei numerosi senza tetto che incontravano gravissime e crescenti difficoltà a sopravvivere».
Altra iniziativa promossa dal Movimento Emmaus è il dibattitto “Rendere illegale la miseria” in programma il 13 maggio alle 21 all’auditorium Antonianum di viale Manzoni 1 (per prenotarsi email: info@emmaus.it, tel. 06.97840086). A intervenire sul tema saranno il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti, il presidente della Fondazione don Luigi Di Liegro Luigina Di Liegro, don Luigi Ciotti fondatore dell’associazione Libera, il giornalista Sergio Zavoli, il ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi, il presidente delle Acli Andrea Olivero, il musicista Gianmaria Testa e alcuni membri della Comunità di Emmaus.
«Nel momento di crisi economica e sociale che l’Italia sta attraversando – chiarisce Fior- ci sembrava opportuno riflettere sull’importanza che a tutti cittadini sia garantito il benessere economico e sociale presupposto fondamentale per avere una vita dignitosa». Ogni giorno, prosegue il presidente del Movimento, «riceviamo le telefonate di tre o quattro persone che vorrebbero entrare in comunità perché hanno perso tutto e – aggiunge – quello che cerchiamo di fare è accoglierle e metterle nelle condizioni di ritrovare la dignità e il senso della vita perduto e smarrito in un periodo di disagio attraverso l’impegno quotidiano della comunità, il lavoro di recupero di materiale usato e la solidarietà attiva e concreta diretta a persone che a loro volta vivono situazioni di difficoltà». Una delle idee che l’Abbé Pierre volle trasmettere all’associazione laica di Emmaus, puntualizza Fior, «è che anche i più disperati possono rendersi utili per gli altri, che anche i più deboli, come poveri e persone senza una casa, possono aiutare quelli ancora più deboli, portando il messaggio di amore per i diseredati e per i dimenticati del mondo».
8 maggio 2012