L’impegno di Benedetto XVI per il dialogo

L’incaricato dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo, monsignor Marco Gnavi: «Il Santo Padre ha unito la profondità del suo pensiero teologico a visite e gesti che hanno segnato la storia» di Giulia Rocchi

«Continuare a percorrere la strada della riconciliazione». Era il 17 gennaio 2010 e Papa Benedetto XVI si rivolgeva così ai «fratelli» ebrei durante la sua storica visita al Tempio Maggiore, la Sinagoga di Roma. Parole che ben sintetizzano il pensiero del pontefice – portato avanti in questi otto anni in cui ha guidato la Chiesa di Roma – nei confronti del dialogo interreligioso e di quello ecumenico. Lo dimostrano le tante visite e gli incontri compiuti in tal senso, le immagini che restano di quelle occasioni ufficiali, come l’abbraccio con il rabbino capo della comunità ebraica Riccardo Di Segni o quello con il patriarca Bartolomeo I, durante il viaggio apostolico in Turchia (28 novembre – 1° dicembre 2006).

«Un segno tangibile in un tempo in cui la testimonianza cristiana era messa a dura prova in quella terra – riflette monsignor Marco Gnavi, incaricato dell’Ufficio diocesano per l’ecumenismo, il dialogo interreligioso e i nuovi culti -, perché poco tempo prima erano stati uccisi proprio in Turchia don Andrea Santoro e monsignor Luigi Padovese». Il Santo Padre, aggiunge, «ha unito la profondità del suo pensiero teologico a visite e gesti che hanno segnato la storia». Il viaggio in Terra Santa (maggio 2009), quello in Libano (settembre 2012), ma anche il discorso pronunciato ad Auschwitz (28 maggio 2006). Non meno importanti le visite compiute nella «sua» diocesi, nella Città Eterna: alla sinagoga, appunto, ma anche quella alla Christuskirche, la chiesa luterana di via Sicilia, il 14 marzo 2010.

Senza contare che, fin dall’inizio del pontificato, Benedetto XVI ha sempre presieduto i vespri conclusivi della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nella basilica di San Paolo fuori le Mura. «Dal punto di vista dei suoi rapporti con le altre confessioni cristiane – sottolinea monsignor Gnavi -, Papa Benedetto, nel solco della tradizione viva della Chiesa, ha sorpreso molti proseguendo con tenacia il cammino ecumenico, avendo sempre come luci di orientamento la verità e la carità».

In particolare, prosegue il sacerdote, che è anche parroco di Santa Maria in Trastevere, «il Papa ha sorpreso molto nella sua lettura di Lutero». Benedetto XVI «ha viaggiato con la Parola e il Magistero – osserva ancora – ma ancor più lontano ha viaggiato con questi gesti, vivendo in maniera mite e ferma il suo servizio petrino all’unità». Da ricordare anche l’impegno del Santo Padre «per il dialogo con la cultura e con l’altro non credente – conclude monsignor Gnavi -, in questo tempo difficile e contraddittorio».

26 febbraio 2013

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