Media, un nuovo orizzonte per una vera svolta
Il commento al Messaggio del Papa per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali di Angelo Zema
Non è estraneo al tema dell’educazione, su cui il Papa ha scritto la lettera ai romani, il messaggio dello stesso Benedetto XVI per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, presentato giovedì. Al di là dei pericoli insiti nell’azione dei mezzi di comunicazione sociale e sottolineati nel documento – che hanno portato gli stessi media a usare parole come «allarme», «attacco», «monito» nei titoli sugli articoli relativi al messaggio – il Santo Padre sottolinea in positivo il ruolo di tali mezzi e le straordinarie possibilità di utilizzo, in particolare allo scopo di «contribuire a far conoscere la verità sull’uomo».
Nel tema del messaggio si parla di un «bivio» tra «protagonismo» e «servizio», e la strada che il Papa chiede di scegliere al bivio, nella direzione del servizio, è quella sul sentiero della verità. Spesso tradita nel «pianeta media». Le sue distorsioni sono sotto gli occhi di tutti, e più volte ne abbiamo parlato in questi anni. Per esempio del fatto che, come indica il Papa, «con il pretesto di rappresentare la realtà, di fatto si tende a legittimare e ad imporre modelli distorti di vita personale, familiare o sociale. Inoltre, per favorire gli ascolti, la cosiddetta “audience”, a volte non si esita a ricorrere alla trasgressione, alla volgarità e alla violenza». Scelte che influiscono sulla formazione delle nuove generazioni.
Per una svolta, a difesa della persona e della sua dignità, Benedetto XVI indica come parola chiave l’«info-etica», così come esiste la bio-etica nel campo della medicina e della ricerca scientifica legata alla vita. Aprendo un nuovo orizzonte di riflessione. Un nuovo terreno su cui innestare un «supplemento d’anima», fatto di passione per la verità, responsabilità, rispetto per la dignità dell’uomo. Con l’intento di favorire la riflessione in un tempo costellato da trasmissioni che incoraggiano grida e schiamazzi. La creatività di chi opera nel settore della comunicazione sociale, stimolata dall’auspicio di Benedetto XVI – «non manchino comunicatori coraggiosi e autentici testimoni della verità» -, è chiamata in causa. Sostenuta dai punti fermi che dicevamo prima, da molti condivisi a parole, ma non sempre nei fatti.
L’orizzonte dell’«info-etica» è da esplorare. E anche qui, come nella lettera sull’educazione, l’appello è rivolto a tutti. «La ricerca e la presentazione della verità sull’uomo – scrive il Papa – costituiscono la vocazione più alta della comunicazione sociale. Utilizzare a questo fine tutti i linguaggi, sempre più belli e raffinati di cui i media dispongono, è un compito esaltante affidato in primo luogo ai responsabili ed agli operatori del settore. È un compito che tuttavia, in qualche modo, ci riguarda tutti, perché tutti, nell’epoca della globalizzazione, siamo fruitori e operatori di comunicazioni sociali».
25 gennaio 2008