Pino torna con la “Grande Madre”

Dopo il successo della date statunitensi, l’artista napoletano, accompagnato da una band internazionale, si esibirà martedì 9 ottobre all’Auditorium per presentare il suo ultimo album di Concita De Simone

«Per me la Grande Madre è il sangue misto della musica, è il cordone ombelicale che ci lega ai quattro elementi del pianeta, è il codice per entrare a far parte della rinascita ed il rinnovamento dello spirito ogni qual volta le note cercano di comunicare. La ricerca della Grande Madre è il viaggio che ognuno spera di intraprendere per un futuro migliore».

Un Pino Daniele particolarmente ispirato, quello de “La Grande Madre”, l’ultimo album del cantautore partenopeo, uscito lo scorso marzo, composto da undici brani inediti con testi e musiche scritti dallo stesso Daniele, ad eccezione di “Searching For The Water Of Life”, il cui testo è stato scritto da Kathleen Hagen, ed è dedicato all’associazione internazionale “Save the children”, a cui si aggiunge la cover di “Wonderful Tonight” di Eric Clapton, con testo tradotto in italiano dallo stesso Pino, che ha ammesso che in inglese non gli veniva sufficientemente bene. L’album ha la particolarità di essere totalmente indipendente, per la prima volta nella carriera di Pino Daniele, cioè senza l’appoggio di alcun major. Basta dunque, con le strategie utilitaristiche delle grandi case discografiche e via libera alla creatività e anche a scelte un po’ azzardate, legate però – e questo ci piace – più all’emozione che non al mercato. Pubblicato da Blue Drag, l’etichetta fondata da Pino Daniele, e distribuito da “Indipendente/Mente”, l’album è accompagnato da un libretto con gli spartiti di alcune canzoni, fatto alquanto insolito ormai, foto e scritti vari, sua biografia compresa.

Un lavoro ricco e corposo, pieno di musica e parole, che ha già fatto conoscere portandolo in tour in giro per il mondo e che ora, dopo il successo delle tre date statunitensi (New York, Boston e Washington), torna a Roma, dove Pino Daniele sarà in concerto martedì 9 ottobre, accompagnato sul palco da una superband internazionale formata da Omar Hakim (batteria), Rachel Z (piano), Gianluca Podio (tastiere) e Solomon Dorsey (basso), per alternare le sue canzoni più celebri ai brani contenuti nel nuovo album.

Via dunque alle sue melodie mediterranee, alla sua inconfondibile voce e alla sua inseparabile chitarra, che gli permettono di unire la migliore tradizione cantautorale italiana e partenopea alle varie influenze blues, rock, soul, funky, suoni arabi, jazz, salsa, samba, melòrock, termine che sembra coniato apposta per lui. Un risultato non certo improvvisato, ma frutto di oltre trenta anni di carriera artistica, che lo fanno essere ormai da tempo emblema di Napoli e della sua moderna musicalità. Considerato un antesignano della world music, ha regalato molte perle alla canzone italiana, tra cui “Napule è”, “Na tazzulella e caffè”, “Je so’ pazzo”, “O Scarrafone”.

Per tutto questo mix, Pino Daniele, napoletano del centro storico – tiene a precisare nella sua biografia ufficiale -, classe 1955, è uno dei musicisti più apprezzati in Italia e all’estero, ambasciatore di un sound meticcio che, nel nostro panorama musicale, appartiene solo a lui. Nell’arco della sua carriera il suo stile unico lo ha portato a calcare stadi, palcoscenici e festival di tutto il mondo, a intraprendere collaborazioni con grandi jazzisti come Wayne Shorter, Chick Corea, Pat Metheny, Peter Erskine, ad aprirsi a influenze sempre nuove, a collaborare con molti nomi della musica italiana e internazionale.

Ma, stavolta, il viaggio musicale di Pino Daniele riparte dalle cose essenziali, come chiosa lui stesso nelle note del suo album: «Da sempre poeti ed artisti ci hanno insegnato ad amare di più le cose naturali, semplici, immediate, essenziali. Io mi sono fidato del mio istinto, e il mio intuito mi porta alla continua ricerca della Grande Madre, come una Madonna Nera, come una preghiera che nasce per caso sulle note di una melodia blues, americana, araba, africana, europea, sul linguaggio delle note del mondo, tessitura cartacea della musica antica sui suoni elettronici, nel cemento delle nostre città».

5 ottobre 2012

Potrebbe piacerti anche