Rivoluzione francese e fortezza, incontro a San Roberto Bellarmino

La vicenda di sedici carmelitane ghigliottinate perché si rifiutarono di rinunciare ai voti, ripresa da letteratura e cinema, al centro di un appuntamento nella parrocchia dei Parioli di Federico Chiapolino

“Il dramma della fortezza – ‘I dialoghi delle Carmelitane’ fra storia, letteratura, cinema e musica”. Questo il titolo dell’incontro finale sul tema della fortezza, a conclusione di un ciclo sulle virtù cardinali, tenutosi martedì 19 maggio presso il centro culturale San Roberto Bellarmino nella parrocchia omonima ai Parioli. Tutto parte da un fatto realmente accaduto: l’esecuzione, nel luglio 1794, durante la Rivoluzione francese, in pieno regime del Terrore, di sedici carmelitane francesi che si erano impavidamente rifiutate di rinunciare ai loro voti, facendo offerta delle loro vite per ottenere la fine del massacro. Trasferite dal Carmelo di Compiègne a Parigi, furono giudicate sotto l’accusa di «macchinare contro la Repubblica» all’interno del loro convento e pertanto ghigliottinate nel 1794 (beatificate poi da Pio X nel 1906).

La vicenda ispirò dapprima la scrittrice tedesca Gertrud von Le Fort, autrice nel 1931 del romanzo “L’ultima al patibolo” in cui si narra della giovane Blanche de la Force, giovane figlia, terrorizzata dalla paura, di un marchese acceso dagli ideali della Rivoluzione. Entrata in convento ne scappa, dopo aver assistito alla morte della priora, consegnandosi però alla fine nelle mani del boia. Nel 1947 il padre domenicano e regista Raymond Leopold Bruckberger pensò di trarne un film, chiedendo al noto scrittore francese Georges Bernanos, fervente cattolico, di scriverne la sceneggiatura e quindi di darne forma dialogica: sono nati così “I dialoghi delle Carmelitane”, scritti da Bernanos poco prima della sua morte e pubblicati postumi l’anno dopo.

«Alla base del testo troviamo di fatto il ribaltamento della debolezza in forza: un paradosso che si attua attraverso l’agonia di Gesù e la comunione dei santi e che si coglie anche nell’aver mantenuto il cognome originariamente dato alla giovane paurosa protagonista dalla von Le Fort, evidente trascrizione in francese del suo stesso cognome» ha spiegato la professoressa Benedetta Papasogli, ordinario di letteratura francese alla Lumsa. «La vecchia priora prende su di sé la paura della novizia come Cristo, ha preso su di sé tutti i nostri peccati, cui era totalmente estraneo, in una sorta di transfert della Grazia» ha precisato il viceparroco don Maurizio Modugno, critico musicale, che poi ha letto un passo di una altra opera di Bernanos, “La Gioia”, dove è scritto: «Sotto un certo aspetto, vedete, la Paura è comunque figlia di Dio, riscattata la notte del Venerdì Santo». Don Modugno ha poi mostrato alcune scene tratte dalla versione cinematografica dei “Dialoghi” in lingua francese che il regista Philippe Agostini realizzò nel 1960 e anche la scena finale della ghigliottina, tratta dall’opera lirica, sempre ispirata al testo di Bernanos e messa in scena dal compositore Francis Poulenc, su proposta dell’editore Ricordi. Rappresentata per la prima volta in lingua italiana nel gennaio 1957 al Teatro alla Scala di Milano, vanta innumerevoli riproposizioni.

20 maggio 2009

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