Roma al tempo di Caravaggio, capolavori a confronto

Fino a febbraio a Palazzo Venezia sono esposti 140 dipinti provenienti dai maggiori musei italiani e stranieri, tra cui «Susanna e i vecchioni» di Artemisia Gentileschi di Francesca Romana Cicero

«Non solo Caravaggio». Doveva essere questo il titolo della mostra inaugurata da pochi giorni a Palazzo Venezia, sostituito da quello più completo e accattivante «Roma al tempo di Caravaggio». Un’esposizione, che nel ricostruire il tessuto connettivo culturale della città eterna, in cui visse e a lungo operò il genio lombardo, suggerisce le tensioni e gli stimoli del ‘600, epoca non priva di contraddizioni, durante la quale la fisionomia barocca dell’Urbe si venne lentamente tracciando.

Una Roma, all’indomani della Riforma protestante, volutamente trionfalistica, imponente e sfarzosa, celebrativa di una rinnovata cristianità, apprezzabile nell’indizione del giubileo, nella fioritura di numerose case religiose, nelle ricche committenze (la città assorbì la venuta di nuove famiglie nobiliari come gli Aldobrandini e i Chigi), nelle decorazioni e restauri di un rilevante numero di Chiese. Un’epoca in cui s’affermarono artisti più che rispettabili – oggi offuscati dalla grandezza di Caravaggio –, non solo italiani, ma anche provenienti dal vecchio continente; artisti che si scambiavano soluzioni tecniche, esperienze, modelli stilistici ed iconografici, rendendo straordinaria la ri-nascita di Roma.

L’allestimento estremamente scenografico, ideato dal maestro Pier Luigi Pizzi, documenta questa fucina di grandi artisti e il gusto delle quadrerie seicentesche, muovendo da un confronto tra lo stesso soggetto – ovvero la «Madonna di Loreto» – realizzato da Annibale Carracci e da Caravaggio. Eseguiti negli stessi anni, i capolavori denotano evidenti differenze. Mentre il pittore bolognese esegue il soggetto seguendo un’ispirazione classicista che poggiava su un’idealizzazione della realtà, il genio lombardo sintetizza in pochi tratti la Santa Casa, ponendo la Madonna e il Bambino ai lati della tela, davanti ai quali s’inginocchiano due pellegrini (la figura femminile con cuffia sdrucita e sudicia, quella maschile con piedi gonfi e sporchi), simbolo di obbedienza e devozione.

La mostra procede presentando l’eredità del Carracci, che annovera nomi eccellenti tra i bolognesi -quali Guido Reni, Domenichino, Albani, Lanfranco -, i cosiddetti riformati toscani, seguita dall’influenza esercitata da Caravaggio con esempi di Rubens, Orazio Gentileschi, Borgianni, Saraceni etc. Seguono opere suddivise cronologicamente in decadi. Dopo la tendenza a dipingere secondo il modo di Caravaggio, conclusasi tra la fine del secondo e terzo decennio del 600, quando si verificò un netto cambiamento nel clima artistico romano, si assistette all’affermazione del linguaggio barocco, di cui esempio è l’«Allegoria d’Italia» dipinta dal francese Valentin.

Da segnalare la presenza del capolavoro «Susanna e i vecchioni» di Artemisia Gentileschi, prezioso per accostarsi alla prima evoluzione della pittrice, allora appena 17enne, e al suo rapporto artistico col padre, sicuro autore della scritta presente nel quadro, in quanto lei ancora non aveva imparato a scrivere. Forse modella lei stessa, il capolavoro, ispirato all’eroina celebrata nel libro di Daniele che sfugge alla concupiscenza di due giudici che la calunniano, è apprezzabile in tutta la sua bellezza. A parte i possibili riferimenti autobiografici (Artemisia subì uno stupro), la torsione del corpo e lo scarto delle gambe rivolto verso l’esterno, è accentuata da uno studio della luce e dei contrasti tra il nitore della vittima – simbolo di fedeltà e onestà coniugale e le ombre dei suoi aguzzini – di chiara ascendenza caravaggesca.

Si segnala inoltre la presenza del capolavoro «Sant’Agostino» di Caravaggio la cui attribuzione, per alcuni studiosi ancora dubbia, sarà oggetto di una tavola rotonda che si terrà a gennaio 2012.

Roma al tempo di Caravaggio 1600-1630 c/o Palazzo Venezia – Saloni Monumentali e Appartamento Barbo. Fino al 5 febbraio 2012 .Ideazione progettazione e cura scientifica di Rossella Vodret. Catalogo: Skira. Orari:Da martedì a domenica, dalle ore 10 alle 19 (ultimo ingresso ore 18). Lunedì chiuso. Sono previste aperture straordinarie. Biglietti: Intero: € 10;Ridotto € 7 (gruppi superiori alle 20 unità, bambini dai 6 ai 18 anni; maggiori di 65 anni); Ridotto scuole primarie e secondarie € 4. Info e Prenotazioni: 06 32810

22 novembre 2011

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