Santi Marcellino e Pietro, il cardinale Vallini invita al perdono

All’indomani della devastazione che ha colpito la parrocchia di via Labicana, il vicario del Papa ha presieduto il rosario: «Non giudichiamo, perché il giudizio appartiene solo a Dio» di Jacopo D’Andrea

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«Hanno usato la statua della Madonna come un trofeo e poi l’hanno scaraventata a terra distruggendola». Don Giuseppe Ciucci, parroco di San Marcellino e Pietro in via Merulana, racconta, ancora scosso, ciò che ha visto con i suoi occhi sabato scorso. «Guardavo dalla mia finestra il defluire del corteo lungo via Labicana. All’inizio c’era una bella atmosfera – riferisce – si sentivano dei canti. Si vedevano bambini a passeggio. Poi ho visto il fuoco, cassonetti distrutti, ambulanze e ho sentito urla. Un gruppo di ragazzi a volto coperto stava rompendo i vetri e la porta di un ingresso delle sale parrocchiali su via Labicana. Allora sono sceso giù in strada. La porta della canonica era ormai spalancata, rotta, e la Madonna in gesso in mille pezzi, sulla strada». Ma la furia vandalica dei delinquenti non ha risparmiato nemmeno «un altro ingresso della canonica in via Labicana 1 e un cancello di un nostro garage», aggiunge don Ciucci, che ancora non sa quantificare l’entità dei danni materiali.

Ancora ieri, lunedì 17 ottobre, dai vetri infranti della porta divelta in via Labicana 3 numerosi passanti incuriositi e alcuni fotografi hanno potuto vedere l’avvilente spettacolo di un crocifisso spezzato, con il corpo di Cristo senza gambe e testa. A fare il palio con l’immagine sacra deturpata, le vetrine rotte della Banca popolare del Lazio, imbrattate con scritte di matrice anarchica. Ma la comunità dei Santi Marcellino e Pietro non si è fatta prendere da uno scoramento muto. Davanti alla porta delle sale parrocchiali vandalizzate, alcuni fedeli hanno lasciato un cero e dei fiori bianchi e hanno appeso biglietti con frasi come «Perdonali perché non sanno quello che fanno». E proprio «perdono» è stata la parola più ricorrente, all’indomani della devastazione, nella comunità parrocchiale di via Labicana, dove ieri il cardinale vicario Agostino Vallini si è recato in visita, guidando alle 18.30 la preghiera del rosario.

La preghiera vespertina con il vicario del Santo Padre, specifica don Ciucci, «è stata il momento iniziale di una settimana speciale di preghiera, a riparazione del sacrilegio subito», specifica don Ciucci. Suor Agnese, poco prima di esso, si chiede preoccupata se coloro che hanno vandalizzato la canonica «non abbiano delle madri e se riescano a guardarle negli occhi». Scuotendo la testa, dà poi il suo perdono: «Vi affidiamo a Maria», conclude allontanandosi. Francesca, argentina, commenta invece che «essere cristiani è meraviglioso: non possiamo essere anarchici perché la violenza genera violenza». Infine, invita alla preghiera «per queste anime che non hanno conosciuto la misericordia del Signore». Anna ammette di non frequentare molto la Chiesa ma afferma di «voler essere ugualmente vicina a coloro che hanno subito questo oltraggio perché non si possono distruggere simboli religiosi. A qualsiasi fede essi appartengano».

Nel frattempo, il cardinale Vallini è già arrivato e visita insieme a don Ciucci, i locali deturpati. Al termine, prima di celebrare il rosario, invita i fedeli accorsi a non esprimere un giudizio su chi ha compiuto questi atti di profanazione, «perché il giudizio appartiene solo a Dio», ed esorta invece al «perdono perché la parola vendetta non è una parola cristiana».

18 ottobre 2011

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