Settimanali cattolici, il convegno della federazione

Si è svolto a Padova dal 10 al 12 aprile sul tema “Un allarme al giorno: è la stampa, bellezza! Sicurezza, territorio, informazione” di Ilaria Sarra

Sicurezza reale e sicurezza percepita. Qual è il ruolo dei media? E quale la strada da seguire per dare un’informazione corretta senza creare allarmismi? A queste e altre domande si è cercato di rispondere all’annuale convegno nazionale della Federazione italiana settimanali cattolici (Fisc), che si è tenuto a Padova dal 10 al 12 aprile. Per i convegnisti, direttori e collaboratori di molti dei 168 periodici di tutta Italia iscritti alla Fisc, è stata anche l’occasione per festeggiare i cent’anni del settimanale diocesano di Padova, “La Difesa del Popolo” , che ha organizzato i tre giorni di incontri.

Il direttore del giornale, don Cesare Contarini, ha spiegato come quest’appuntamento sia stato «il culmine di un percorso ricco di memoria e scoperte», che ha fatto attraversare a questo settimanale un secolo al servizio dei cittadini, cercando di dare «un’informazione consapevole nei contenuti e nello stile». Dal numero scorso la «Difesa» è completamente a colori e nei prossimi mesi uscirà un’edizione in braille per i non vedenti.

“Un allarme al giorno: è la stampa, bellezza! Sicurezza, territorio, informazione” è stato il tema del convegno, che ha visto succedersi vari relatori intervenuti sulla paura e sul senso di insicurezza in continua crescita degli italiani, nonostante la diminuzione dei reati. È stata presentata un’indagine di Transcrime, Centro interuniversitario di ricerca sulla criminalità transnazionale dell’Università degli Studi di Trento e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sulla rappresentazione della criminalità nei media, che ha analizzato articoli pubblicati sui due più diffusi quotidiani nel territorio della provincia di Padova (Il Gazzettino e Il Mattino di Padova) nel periodo 1994-2003. L’obiettivo: capire quali informazioni ha a disposizione il pubblico per comprendere la criminalità e come i giornali raccontano i fatti delittuosi.

L’indagine ha posto in evidenza l’alta presenza dell’argomento “criminalità” nelle cronache giornalistiche e televisive padovane, e in particolare una sovra-rappresentazione di reati violenti contro la persona, il patrimonio e reati organizzati. Anche la presenza di stranieri nel fatto di reato descritto sembrerebbe distorta con una evidente sotto-rappresentazione per le vittime straniere e una possibile sovra-rappresentazione degli autori. Secondo il rapporto, quindi, i media potrebbero avere delle responsabilità nel senso d’insicurezza della gente; per questo, è stato sottolineato, bisognerebbe informare in modo consapevole ma non allarmista, assicurando da parte dei media l’impegno ad aiutare la prevenzione dei reati.

«Si è capito – ha spiegato Enrico Finzi, sociologo e presidente di Astra/Demoskopea – che l’insicurezza generale rende se trasformata in paura. Creare società accoglienti e aperte al prossimo – ha proseguito Finzi – diminuisce invece il tasso di criminalità». Riportare i giornalisti sui luoghi dei fatti e non farli lavorare solo dalle proprie scrivanie è quello che hanno proposto molti relatori: «Dobbiamo riappropriarci del contatto con il territorio – ha spiegato il giornalista Francesco Iori – per non contribuire ancora a creare senso d’insicurezza e solitudine». È intervenuto anche monsignor Giovanni Nervo, primo presidente della Caritas, che ha parlato della sicurezza che ha come valore di fondo la responsabilità. Responsabilità che riguarda anche ai giornalisti, nell’«offrire informazione precisa e documentata per promuovere una conoscenza diffusa». Da qui l’invito a lasciar posto anche alla speranza e alla diffusione di notizie positive.

Impegno perseguito dai settimanali diocesani, come ha ricordato don Contarini, con un’attenzione particolare al sociale, al volontariato e alle categorie più deboli.«La nostra forza – ha spiegato don Giorgio Zucchelli, presidente nazionale della Fisc – sono l’autonomia e la nostra identità locale». «Essere il settimanale diocesano dei cattolici – hanno sottolineato i giornalisti Guglielmo Frezza e Umberto Folena – vuol dire essere un giornale aperto a tutti, che tutela un buon dialogo tra persone anche di pareri diversi».

15 aprile 2008

Potrebbe piacerti anche