Sofia Cavalletti, una vita per l’infanzia

Impegnata nel dialogo ebraico-cristiano, fondò il Centro di Catechesi del Buon Pastore. A un mese dalla morte, il 23 settembre alle 17 la Messa di suffragio a San Giovanni dei Fiorentini di Andrea Lonardo

«Certo è bello poter dire a un bambino: “Papà e mamma ti vogliono bene”. Ma quando questo non succede? Un bambino rifiutato dai genitori è forse una creatura perduta per Dio? No, Dio prende le sue creature anche al di fuori dell’amore umano: l’ho visto in tanti bambini non accettati in famiglia che invece all’annuncio del Pastore che “li chiama per nome” si aprivano a un immenso godimento».

Sono parole di Sofia Cavalletti, che il Signore ha chiamato a sé quest’estate all’età di 94 anni dopo una vita carica di esperienze, da quella di segretaria del rabbino Israel Zolli allo studio del Talmud, dal lavoro per il dialogo ebraico-cristiano fino all’opera cui ha dedicato tutta la sua vita, il Centro di Catechesi del Buon Pastore. Sofia ha imparato dalla sua stessa esperienza, oltre che dagli studi su Maria Montessori, che il bambino ha bisogno di Dio: «Nell’aiutare la vita religiosa del bambino, lungi dall’imporgli qualcosa che gli è estraneo, rispondiamo a una sua silenziosa richiesta». Perché il bambino – afferma – è un «metafisico», come provano le sue domande: «Chi è Dio? Dove stavo prima di nascere? Con chi stava Dio prima della creazione? Dove sta la nonna che è morta? A te piace la vita?».

Nella catechesi che la Cavalletti ha sviluppato emerge l’esigenza dell’essenziale, quel cuore di ogni cosa cui il bambino sempre ci richiama: «La grande disciplina che impone la catechesi dei piccoli è proprio questa, la fedeltà all’essenziale. Nella scelta dei temi e nel modo di presentarli. Si vede chiaramente soprattutto in un bambino piccolo: se si abborda una cosa secondaria, ti accorgi subito che non ti segue». Così è riuscita a presentare la Scrittura e la liturgia, ma anche la preghiera cristiana e i grandi temi della vita morale in maniera che tanti bambini, prima di alcune parrocchie romane, poi del mondo intero, potessero godere della bellezza della fede cristiana. Tutti gli amici di Sofia si ritroveranno venerdì 23 settembre alle 17 per la Messa del suo trigesimo a San Giovanni dei Fiorentini.

Il giorno del suo funerale sono state lette alcune parole dal suo testamento: «La fede cristiana è – si potrebbe dire – una fede ostinata: ogni volta che s’imbatte con la morte proclama che la morte non ha l’ultima parola. E questo lo crediamo, lo affermiamo e vorremmo annunziarlo al mondo, perché sappiamo che c’è già stata una prima vittoria della vita sulla morte: nella risurrezione di Gesù Cristo». La sua memoria ci sprona a conoscere sempre meglio la Catechesi del Buon Pastore perché divenga un tesoro e uno stimolo nel cammino di rinnovamento dell’iniziazione cristiana che ci attende.

19 settembre 2011

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