Attacco a Londra, la reazione dell’Inghilterra e la solidarietà dell’Europa
L’arcivescovo di Canterbury: «Scioccato». Unità di crisi a Downing Street. Il sostegno Ue. Galantino: «Maturare comunione vera»
L’arcivescovo di Canterbury: «Profondamente scioccato e addolorato». Unità di crisi a Downing Street. Il sostegno dei Paesi Ue. Galantino: «Maturare comunione vera»
Tutta l’Inghilterra anglicana e cattolica è stretta nella preghiera, dopo che nel pomeriggio di ieri, 22 marzo, un uomo ha travolto in auto la folla che passeggiava sul ponte di Westminster per poi schiantarsi contro il cancello e aggredire armato di coltello la polizia di sorveglianza. Tre i morti tra la folla; uno tra gli agenti. «Profondamente scioccato e addolorato», si definisce l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, leader spirituale della Comunione anglicana, che si fa voce del dolore di tutto il Paese. Diffusa dalla Chiesa d’Inghilterra già nelle prime ore dopo l’attentato anche una preghiera per la pace, nella quale si invoca la protezione del «Dio della pace e della concordia».
«Il mio primo pensiero va alle famiglie di coloro che hanno perso la vita. Prego per le vittime e per chi ora piange la loro perdita». Queste le parole del cardinale Vincent Nichols, presidente della Conferenza episcopale di Inghilterra e Galles, che parla di un attentato «particolarmente tragico per le famiglie dei giovani turisti francesi rimasti gravemente feriti». Dal porporato, l’invito a «tenere i nervi saldi, come società», lasciando che le indagini abbiano corso. «Come mi hanno riferito gli ufficiali di Polizia, si tratta di restare calmi ma vigilanti allo stesso tempo».
Già dalla serata di ieri, mentre la premier Theresa May convocava l’unità di crisi britannica nella sua residenza di Downing Street, da Scotland Yard parlavano con sicurezza di «attacco terroristico», invitando tutti i cittadini che avessero visto qualcosa a mettersi in contatto con la polizia. «Se occorre, chiederemo l’aiuto dell’esercito», le parole di un un ufficiale, in questa seconda, improvvisata conferenza stampa, seguita a quella convocata nelle prime ore, davanti alla sede della polizia londinese. «È un giorno che avremmo voluto non accadesse, ma abbiamo reagito con forza», ha continuato l’ufficiale, spiegando che «l’indagine continua. Abbiamo notizie confuse, stiamo raccogliendo ogni informazione. Non sappiamo se nel Suv ci fosse una sola persona o due». Quindi ancora un messaggio ai cittadini: «Tutti siano vigili, non occorre avere paura ma bisogna essere attenti».
Dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, un messaggio di solidarietà al governo di Londra: «Confermo che siamo fermi e decisi, accanto al Regno Unito, nella lotta al terrorismo». In poco tempo, messaggi dello stesso tenore sono arrivati da tutti i Paesei d’Europa, dalle istituzioni Ue, impegnate a commemorare gli attentati di Bruxelles, un anno fa, e da Washington. Anche il segretario generale della Cei Nunzio Galantino questa mattina, 23 marzo, presiedendo la Messa per i partecipanti a un seminario su Evangelii gaudium promosso a Roma dalla Commissione episcopale Cei per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, ha pregato per le vittime dell’attentato, invitando a «maturare atteggiamenti non conflittuali ma di comunione vera».
23 marzo 2017