Caritas Gerusalemme: «Noi cristiani abbiamo paura di ritorsioni di estremisti»

Il direttore Asfar racconta a Tv2000 la realtà di Gaza, dove «non è consentito fare entrare aiuti umanitari». Uccisi alcuni familiari dello staff. «Temiamo che sarà una guerra lunga»

«Nessuno si avventura a uscire da solo». Il direttore di Caritas Gerusalemme Anton Asfar parla ai microfoni di Tv2000, raccontando la realtà della gente di Gaza in questi giorni di violenza. «Noi cristiani abbiamo paura della guerra – afferma – ma abbiamo paura anche di ritorsioni da parte delle frange più estremiste islamiche ed ebraiche. Negli ultimi giorni abbiamo subìto diverse intimidazioni, offese e quindi abbiamo paura».

Lo ripete più volte: «La gente a Gaza ha molta paura. Dalle informazioni che abbiamo – racconta -, il cibo scarseggia, l’acqua inizia a essere sempre meno. Internet e i telefoni funzionano a singhiozzo. Spesso i nostri colleghi di Gaza sono irraggiungibili per ore. Non è consentito far entrare a Gaza aiuti umanitari, neppure acqua e cibo. In questo momento – informa – ci sono circa 100 operatori umanitari di Caritas che si trovano a Gaza, molti di loro sono sfollati in diverse aree della Striscia di Gaza. Alcuni familiari dello staff di Caritas sono rimasti uccisi, le loro case distrutte a causa dei bombardamenti».

Attività sospese, per Caritas Gerusalemme, dalla mattina del primo attacco partito dalla Striscia contro Israele, il 7 ottobre. Ferma anche le attività sanitarie, «che sono quelle indispensabili. Le condizioni di sicurezza non ce lo consentono, è troppo pericoloso», spiega Asfar, aggiungendo che «la libertà di circolazione in tutta la Palestina è stata fortemente ridotta dall’esercito israeliano, non si può né entrare e né uscire dai territori occupati». E fa un esempio: «Betlemme è totalmente isolata. Io vivo a Gerusalemme ma i miei bambini vanno a scuola a Betlemme, che dista circa 9 km. Quando hanno chiuso le frontiere, sabato, non sapevamo come riprendere i nostri figli. Io e mia moglie eravamo disperati. Ci siamo riusciti soltanto domenica sera perché mia moglie di nascosto, in modo illegale, a piedi è riuscita a entrare a Betlemme per portare a casa i nostri bambini di 10 e 12 anni».

Ai microfoni di Tv2000, il direttore di Caritas Gerusalemme consegna infine la paura più grande: «Temiamo che sarà una guerra lunga. Non credo che si risolverà nell’arco di pochi giorni. Anche qui a Gerusalemme sentiamo le esplosioni, le sirene suonano di continuo, la città è vuota: c’è poca gente in giro».

12 ottobre 2023