Caso Orlandi, l’11 luglio l’apertura di due tombe al Cimitero Teutonico
La dichiarazione del direttore ad interim della Sala stampa vaticana Alessandro Gisotti: «Decisione presa in seguito a una denuncia della famiglia»
L’Ufficio del Promotore di Giustizia del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano ha disposto l’apertura di due tombe nel Cimitero Teutonico, nell’ambito della nuova inchiesta aperta sul caso di Emanuela Orlandi, la ragazza – figlia di un commesso della Prefettura della casa pontificia – scomparsa misteriosamente a Roma il 22 giugno 1983, quando aveva 15 anni. Lo ha annunciato questa mattina, 2 luglio, ai giornalisti il direttore ad interim della Sala stampa vaticana Alessandro Gisotti, precisando che «la decisione si inserisce nell’ambito di uno dei fascicoli aperti a seguito di una denuncia della famiglia di Emanuela Orlandi che, come noto, nei mesi scorsi ha, tra l’altro, segnalato il possibile occultamento del suo cadavere nel piccolo Cimitero ubicato all’interno del territorio dello Stato vaticano».
In particolare, l’indicazione della tomba in cui cercare era arrivata l’estate scorsa alla legale della famiglia Orlandi Laura Sgrò: una lettera con tanto di foto, e il messaggio anonimo «Cercate dove indica l’angelo». Il riferimento è alla statua di un angelo che regge in mano un foglio riportante la scritta “Requiescat in pace”. Le operazioni, ha informato Gisotti, si svolgeranno giovedì 11 luglio, «alla presenza dei legali delle parti (oltre che dei familiari di Emanuela Orlandi e dei parenti delle persone seppellite nelle tombe interessate), con l’ausilio tecnico del professore Giovanni Arcudi, del Comandante della Gendarmeria Vaticana Domenico Giani e di personale della Gendarmeria». Il provvedimento giudiziario, ha ricordato ancora il portavoce vaticano, «prevede una complessa organizzazione di uomini e mezzi: sono coinvolti operai della Fabbrica di San Pietro e personale del Cos, il Centro operativo di sicurezza della Gendarmeria Vaticana, per le operazioni di demolizione e ripristino delle lastre lapidee e per la documentazione delle operazioni».
La decisione giunge dopo una fase di indagini nel corso della quale l’Ufficio del Promotore, con l’ausilio del Corpo della Gendarmeria, ha svolto «approfondimenti tesi a ricostruire le principali tappe giudiziarie di questo lungo, doloroso e complesso caso. Va ricordato – ancora le parole di Gisotti – che per ragioni di carattere giuridico l’autorità inquirente vaticana non ha giurisdizione per svolgere indagini sulla scomparsa, avvenuta in Italia, di Emanuela Orlandi; indagini che peraltro sono state condotte dagli inquirenti italiani, sin dalle prime fasi, con scrupolo e rigore professionale. Pertanto, l’iniziativa vaticana riguarda soltanto l’accertamento della eventuale sepoltura del corpo di Emanuela Orlandi nel territorio dello Stato vaticano».
In ogni caso, le operazioni fissate per il prossimo 11 luglio «sono solo la prima fase di una serie di accertamenti già programmati che, dopo l’apertura delle tombe e la repertazione e catalogazione dei resti, porteranno alle perizie per stabilire la datazione dei reperti e per il confronto del Dna», è la conclusione di Gisotti.
2 luglio 2019