Una crescita che «proseguirà, pur con una dinamica più lenta». Questo il primo messaggio veicolato dal commissario Ue per gli affari economici e finanziari, fiscalità e dogane Pierre Moscovici, nella presentazione a Bruxelles delle Previsioni economiche d’autunno. «Nonostante un rallentamento – assicura Moscovici -, i fondamentali economici dell’Unione europea restano solidi». Il commissario evidenzia anche «un calo generalizzato della disoccupazione» in Europa e una ritrovata dinamicità dei salari e dei consumi, che potrebbe portare a un lieve aumento dell’inflazione. Ancora, migliorano le politiche di bilancio, pur alcune eccezioni. Ultimo punto : i «notevoli rischi» per l’economia Ue che derivano soprattutto dagli scenari internazionali.

Venendo ai numeri, la crescita dell’eurozona è prevista in calo dal 2,4% del 2017 – il livello più alto in un decennio – al 2,1% nel 2018, poi all’1,9% nel 2019 e all’1,7% nel 2020. «Un simile sviluppo – afferma la Commissione europea – è previsto per l’Ue27, con una crescita del 2,2% nel 2018, del 2,0% nel 2019 e dell’1,9% nel 2020». In questo contesto, non sono di segno positivo le cifre sull’economia italiana che emergono dalle Previsioni per il triennio 2018-2020. Il Prodotto interno lordo del Bel Paese dovrebbe crescere dell’1,1% nel 2018, dell’1,2 nel 2019, per raggiungere l’1,3% nel 2020. Si tratta della crescita più bassa in Europa. Il deficit è dato all’1,9% quest’anno, al 2,9% nel 2019 per poi sfondare il tetto del 3% nel 2020 (3,1%). Discreti i dati sulla disoccupazione, in calo dal 10,7 di quest’anno per passare al 10,4 del 2019 e al 10,0 nel 2020. Stabile, invece, il debito pubblico, al 131%.

Moscovici chiarisce che «le previsioni sono fondate» sui dati contenuti nella manovra finanziaria ricevuta dal governo italiano nell’ottobre scorso e «potrebbero cambiare, se dall’Italia ci manderanno un nuovo progetto di Bilancio, come abbiamo richiesto, e atteso per il 13 novembre». Il commissario si sofferma a lungo sul caso Italia, specificando che il nostro Paese «non ha avuto trattamenti particolari di favore. I dati sono elaborati dai servizi finanziari della Commissione che sono indipendenti e imparziali». Quindi sceglie di “sdrammatizzare” riguardo agli scostamenti delle previsioni tra governo italiano e Commissione: «I giornalisti presenti da più anni a Bruxelles ricorderanno che tali scostamenti si sono avuti anche con altri precedenti governi. E riguardano anche altri Paesi».

8 novembre 2018