Con il mese missionario «aperti al grido del mondo»

Il vescovo Gianpiero Palmieri spiega il senso del tempo «straordinario» voluto da Papa Francesco: «La missione non è un di più, è la ragione d'essere della Chiesa»

Per il vescovo ausiliare Gianpiero Palmieri, incaricato diocesano per il Centro missionario, il senso del messaggio di Papa Francesco per la Giornata missionaria mondiale 2019 – che si celebrerà il 20 ottobre – è racchiuso nel titolo, che è anche il tema scelto per l’intero mese missionario straordinario: “Battezzati e inviati: la Chiesa di Cristo in missione nel mondo”. «La missione, infatti – spiega il presule – non è un di più ma è il motivo, la ragion d’essere della Chiesa, che esiste per evangelizzare e annunciare il Regno di Dio con un duplice movimento: quello della diffusione del Vangelo, che tocca i cuori con parole e azioni, e quello che cambia le realtà che incontra, trasformando il mondo intero».

Già nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium «Papa Francesco sottolinea come il discepolo è per sua natura missionario – nota Palmieri -, non perché chiamato a rispondere a questo compito per un senso del dovere ma perché animato dalla gioia che ha sperimentato nell’incontro con il Signore». Anche Papa Benedetto XVI «ha in più occasioni sottolineato l’importanza di riattualizzare, per renderlo radicale, l’incontro con il Signore, perché è questa la radice da cui scaturisce l’evangelizzazione», continua. Allora questo mese missionario straordinario «ha come finalità quella di aiutare le comunità cristiane a fare proprio il dinamismo della missione che vuole raggiungere tutti i Paesi del mondo – chiosa ancora il vescovo – : il Vangelo è davvero capace di fecondare tutti gli ambienti umani, vicini e lontani».

guida per il mese missionario straordinario 2019In particolare, in un mondo globalizzato, in cui «grazie alla rete e ai media facciamo esperienza del piccolo villaggio lontano come se fosse dietro l’angolo – riflette Palmieri -, l’azione missionaria può attuare una dinamica feconda per cui il Vangelo incide sulla cultura locale ma anche, simultaneamente, quella cultura ci permette di approfondire in modo nuovo la Parola». In questa direzione vanno le iniziative proposte dalla diocesi per questo ottobre missionario straordinario: «L’ascolto del grido della città cui siamo chiamati in quest’anno pastorale si apre al grido che si leva dal mondo intero – sottolinea il vescovo -, e non potrebbe essere altrimenti in una città come Roma che è di per se stessa multietnica e multiculturale: questa è la realtà che ci viene affidata e a partire dalla quale dobbiamo lavorare».

Ecco che i temi scelti dal Centro per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma per animare il prossimo mese missionario straordinario «permettono una riflessione da fare non soltanto guardando lontano, a quei luoghi che interessano l’altra parte del pianeta, ma  anche posando lo sguardo su situazioni a noi vicine, che sperimentiamo quotidianamente», evidenzia Palmieri. Nello specifico, considerando le tematiche e gli appuntamenti in calendario, il presule mette in relazione problemi forti quali «le malattie che interessano i Paesi più poveri, la denutrizione dei bambini africani e la negazione dei diritti dei più piccoli in diverse parti del mondo con la mancata assistenza sanitaria per chi, in Italia, è privo di documenti e quindi di diritti, la mancanza di cura e la solitudine di tanti bambini e adolescenti che vivono situazioni familiari critiche»; a dire che «i problemi dei Paesi di tutto il mondo sono anche i nostri».

Da qui la necessità di «annunciare a tutti la gioia del Vangelo», conclude Palmieri, rispondendo all’invito del Papa che nel suo messaggio evidenzia «il bisogno di uomini e donne che, in virtù del loro battesimo, rispondono generosamente alla chiamata a uscire dalla propria casa, dalla propria famiglia, dalla propria patria, dalla propria lingua, dalla propria Chiesa locale».

1° ottobre 2019