Convegno Orp, «il pellegrinaggio occasione per riscoprire la misericordia»
La prima giornata dell’appuntamento nazionale promosso alla Lateranense dall’Opera romana. L’intervento del vicario De Donatis. Le relazioni di padre Manns sui mosaici di Betlemme
Mettersi in cammino per cercare risposte nell’incontro con Dio: è la proposta che l’Opera romana pellegrinaggi rinnova in occasione del XX convegno nazionale teologico–pastorale organizzato nelle giornate di oggi, 22 gennaio, e domani alla Pontificia Università Lateranense. «L’itinerario di questi due giorni comincia alla luce di una parola-chiave – ha detto, aprendo i lavori, l’arcivescovo Angelo De Donatis, vicario del Papa per la diocesi di Roma e presidente dell’Orp -: nella preghiera delle Lodi di stamattina il Signore ci rinnova la sua misericordia». Commentando la lettura tratta dal Libro dei Giudici con le parole di Sant’Ambrogio, il presule ha evidenziato quanto «il pellegrinaggio è, ogni volta, l’occasione per riscoprire la misericordia che Dio ci ha donato con la crocifissione del Figlio».
Del pellegrinaggio come esperienza spirituale personale e «non un normale viaggio turistico o culturale» ha parlato anche monsignor Remo Chiavarini, amministratore delegato dell’Orp, nella sua introduzione ai lavori: «Questo convegno ci permetta di fermarci a riflettere – ha auspicato – sul senso profondo della nostra attività affinché sia sempre animata dal desiderio di portare un annuncio mettendo a servizio la nostra persona».
L’intera mattinata di questa prima giornata di convegno – che ha come tema-guida “Il pellegrinaggio e la trasmissione della fede” – è stata dedicata a due suggestive relazioni sui mosaici recentemente rinvenuti nella basilica della Natività di Betlemme tenute da padre Frederic Manns, professore emerito presso la facoltà di Scienze bibliche e archeologia di Gerusalemme. Il francescano dell’ordine dei frati Minori ha tenuto una “catechesi visiva” presentando con oltre 200 slide il pregiato ciclo musivo riemerso grazie ai lavori di restauro in corso dal settembre del 2013 nel sito che è Patrimonio Unesco dal 2012: «Le infiltrazioni nel tetto avevano danneggiato in maniera decisiva gli intonaci – ha spiegato Manns – e anche le superfici interne ed esterne necessitavano di essere ripristinate».
Rispetto allo stato attuale dei mosaici, che raffigurano 7 angeli, i Concili, i Sinodi, scene della genealogia e della vita di Gesù e che sono solo il 10% degli originali, Manns ha spiegato come «a causa dei terremoti e della presenza turca che non concepisce le raffigurazioni umane, su 2000 mq di mosaici oggi ne siano visibili solo 200» e quanto risultino quindi fondamentali «le testimonianze scritte di chi vide con i propri occhi quei capolavori ancora intatti: due pellegrini, il domenicano Fabri e il francescano Quaresmi, che visitarono la basilica rispettivamente nel 1489 e nel 1626».
Nel mostrare e commentare «la più grande esperienza artistica di epoca crociata», opera di due mosaicisti siriani unitamente a maestri greci, Manns ha evidenziato l’uso, attestato per la prima volta, delle tessere inclinate con la specifica funzione di «catturare la luce dalle finestre per esaltare le immagini»; ancora, ha sottolineato gli aspetti teologici che i mosaici contengono, primariamente «la continuità che sussiste tra i fatti narrati nell’Antico e nel Nuovo Testamento, nonché tra la nascita e la risurrezione di Cristo». Infine, il religioso ha auspicato che i pellegrini che fruiranno di queste opere «siano attenti a coglierne bellezza e significato morale invece di scattare foto con i propri telefonini».
I lavori del convegno proseguono nel pomeriggio con le relazioni di don Paolo Asolan e monsignor Andrea Lonardo. Domani mattina dalle 9, spazio all’intervento di monsignor Dario Edoardo Viganò e monsignor Crispino Valenziano.
22 gennaio 2018