Usa, protesta di Sant’Egidio per la «crudele esecuzione» di Lisa Montgomery
La pena di morte eseguita nonostante la richiesta di una sospensione per verificare il suo stato di salute mentale. «Un desiderio di vendetta “legale”»
Alla fine Lisa Montgomery è stata giustiziata. La Corte federale Usa ha dato il via libera all’esecuzione della sentenza capitale nei confronti della donna, 52 anni, da 16 nel braccio della morte – unica donna – per avere ucciso nel dicembre 2004 una giovane di 23 anni, Bobbie Jo Stinnett, incinta di 8 mesi, rimuovendo dal suo grembo la bambino per poi tentare di far passare per sua la neonata. È la prima pena di morte eseguita nei confronti di una donna in quasi 70 anni, dopo che l’ormai ex presidente Usa Donald Trump ha ripristinato la sentenza capitale per reati di competenza governativa. Il giudice distrettuale James Patrick Hanlon aveva bloccato l’iniezione letale, sostenendo la necessità che una corte accertasse lo stato di salute mentale della detenuta. Gli avvocati infatti avevano affermato che abusi sessuali subito nell’infanzia da parte del patrigno, con l’omertà della madre, hanno prodotto in Lisa Montgomery «danni cerebrali e gravi malattie mentali». Si pensava che la decisione del giudice distrettuale avrebbe fatto slittare l’esecuzione a dopo l’insediamento del presidente eletto Joe Biden, impegnato a lottare per l’abolizione della pena di morte, che avrebbe potrebbe graziare o commutare la condanna. Questa mattina invece, 13 gennaio, la notizia dell’iniezione letale.
Dalla Comunità di Sant’Egidio lo definiscono un atto che «manifesta soltanto un desiderio di vendetta “legale”, che nulla ha a che vedere con la giustizia, che è sempre lotta per la vita». Insieme ai «tanti che hanno sostenuto la battaglia per la vita di Lisa Montgomery», esprimono quindi dolore ma anche «sdegno e protesta, per la decisione crudele di portare comunque a termine l’esecuzione capitale, nonostante la richiesta di una sospensione per verificare il suo stato di grave disagio psichico. L’orrore di questa morte – affermano – non sana le ferite provocate dalla violenza ma inietta dosi di odio e disperazione in una società che invece ha bisogno di ragionevolezza, di una giustizia riabilitativa, di misericordia e di perdono».
L’auspicio della Comunità è che «la scellerata decisione di riesumare le esecuzioni federali negli Stati Uniti sia presto revocata e si possa aprire una stagione di rispetto per la vita dopo troppa morte». Basti pensare che l’ex presidente Trump aveva già supervisionato 10 esecuzioni, rifiutandosi di bloccare le tre restanti nonostante la consueta “tregua” nel periodo di transizione. Da ultimo, Sant’Egidio «ringrazia tutti coloro che hanno combattuto con noi, che hanno sostenuto l’appello per salvare Lisa e invita tutti a rafforzare il proprio impegno per la vita e contro ogni forma di pena di morte nel mondo».
13 gennaio 2021