Dai corridoi umanitari arrivati a Fiumicino altri 72 profughi siriani
Dall’inizio dell’anno è il 4° gruppo che giunge in Italia in modo legale e sicuro, grazie all’impegno “ecumenico” di Fcei, Sant’Egidio e Tavola valdese
Dall’inizio dell’anno è il 4° gruppo che giunge in Italia in modo legale e sicuro, grazie all’impegno “ecumenico” di Fcei, Sant’Egidio e Tavola valdese
72 persone: adulti e bambini, cristiani e musulmani. Sono i profughi siriani arrivati ieri, 24 ottobre, a Fiumicino, con un regolare volo di linea da Beirut, grazie a un visto per motivi umanitari rilasciato dall’ambasciata di Beirut. Per la giornata di oggi, 25 ottobre, ne sono attesi altri 56 dal Libano. In tutto si tratta di 45 minori, 14 donne sole, 18 nuclei familiari e 19 singoli. Salgono così a 400 le persone, a maggioranza siriane, giunte in Italia grazie ai “corridoi umanitari” promossi ecuemnicamente da Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio.
Dall’inizio dell’anno, si legge in una nota, è il quarto gruppo che arriva in modo legale e sicuro nel nostro Paese. Sottolineando come quello dei corridoi umanitari sia un «modello di civiltà, che permette a persone in fuga da guerra e persecuzione di arrivare in Italia in dignità e nel rispetto dei diritti umani», il ministro deli Esteri Paolo Gentiloni, ieri a Fiumicino per l’accoglienza del primo blocco di profughi, lanciando un monito all’Europa, ha ricordato che non basta che lo faccia solo l’Italia. «Quella dei corridoi umanitari – le parole del ministro – è una grande lezione, che ci insegna che c’è un modo diverso di gestire l’immigrazione. Ne va della nostra civiltà. Noi continueremo a lavorare sul fronte dell’accoglienza e del soccorso in mare. Ma questo lavoro deve essere sostenuto e condiviso da tutta Europa».
Il pastore Luca Maria Negro, presidente Fcei, e il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi hanno rimarcato l’aspetto ecumenico del progetto e ricordato lo spietato racket dei trafficanti di uomini: grazie ai corridoi umanitari è possibile sottrarre vite umane ai «padroni dei barconi». Annunciata anche dalpresidente negro la nascita della prima «figlia dei corridoi umanitari»: Shamsa, in arabo “raggio di sole”, nata a Torino venerdì 21 ottobre da una coppia di profughi siriani arrivati a giugno da Beirut. La responsabile dell’Ufficio Otto per mille valdese, Susanna Petra, ha evidenziato invece il forte valore simbolico dell’iniziativa. «Con questo progetto – ha dichiaratp – diciamo che un’altra politica è possibile! Anche se entro domani saranno arrivate “solo” 400 persone, il nostro vuole essere un modo per scuotere le coscienze».
25 ottobre 2016