David Sassoli è il nuovo presidente del Parlamento europeo
Eletto con 345 voti, raccoglie il testimone di Antonio Tajani. «La nostra libertà è figlia della giustizia che sapremo conquistare e della solidarietà che sapremo sviluppare»
La presidenza del Parlamento europeo rimane italiana: l’assise di Strasburgo ha eletto questa mattina, 3 luglio, David Maria Sassoli alla guida dell’assemblea. Una nomina arrivata al secondo turno di votazioni, con 345 preferenze su 704 votanti; 37 le schede bianche o nulle. Gli altri voti si sono distribuiti tra gli altri candidati: Ska Keller (119), Sira Rego (43) e Jan Zahradil (160).
Originario di Firenze, classe 1956, Sassoli ha alle spalle una lunga carriera giornalistica, iniziata in piccole testate e agenzie di stampa per approdare poi al Tg3 nel 1992 e nel 199 alla redazione del tg1, di cui è diventato vice direttore nel 2007. Nel suo passato anche associazioni educative e movimenti giovanili cattolici. La sua esperienza nel Parlamento europeo è iniziata nel 2009, quando è stato eletto europarlamentare del Partito democratico con oltre 400mila preferenze. Nel 2014 si è ricandidato alle elezioni europee nella circoscrizione del Centro, ottenendo oltre 200mila preferenze. Il 1° luglio dello stesso anno è stato eletto vicepresidente dell’assise Ue. Il 26 maggio 2019 è stato eletto per la terza volta parlamentare europeo nell’Italia centrale con 128.533 voti.
«Permettetemi di ringraziare il presidente Antonio Tajani per il lavoro svolto in questo parlamento, per il suo grande impegno e la sua dedizione a questa istituzione», l’omaggio di Sassoli al suo predecessore. Quindi il grazie agli eurodeputati che lo hanno eletto a guidare l’istituzione «che più di ogni altra ha un legame diretto con i cittadini, che ha il dovere di rappresentarli e difenderli». A loro il nuovo presidente si è rivolto nel suo discorso inaugurale, ponendo le basi del suo mandato. «La nostra libertà è figlia della giustizia che sapremo conquistare e della solidarietà che sapremo sviluppare – le parole di Sassoli -. Ha inizio una legislatura che gli avvenimenti caricano di grande responsabilità perché nessuno può accontentarsi di conservare l’esistente».
Per Sassoli, le trasformazioni epocali «hanno bisogno di nuove idee, del coraggio di saper coniugare grande saggezza e massimo d’audacia». Idee come quelle che ebbero i padri fondatori, è il ricordo di Sassoli. Oggi, ha aggiunto, serve la «forza di rilanciare il nostro processo di integrazione» e rendere l’Ue «capace di rispondere in modo più forte alle esigenze dei nostri cittadini e dare risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento». Ancora, è necessario difendere e promuovere i «valori fondanti di libertà, dignità e solidarietà», ogni giorno, dentro e fuori dai confini dell’Ue. L’ultima indicazione: serve che «le nostre regole economiche coniughino crescita, protezione sociale e rispetto dell’ambiente».
Il nuovo presidente lo afferma con convinzione: «Non siamo un incidente della storia ma i figli e i nipoti di coloro che sono riusciti a trovare l’antidoto a quella degenerazione nazionalista che ha avvelenato la nostra storia. Se siamo europei è anche perché siamo innamorati dei nostri Paesi. Ma il nazionalismo che diventa ideologia e idolatria – è il monito – produce virus che stimolano istinti di superiorità e producono conflitti distruttivi». Nel suo discorso dopo l’elezione, Sassoli ha ricordato la propria «storia scritta sul dolore», uguale a quella di tanti altri cittadini europei, segnata dal «desiderio di fraternità che ritroviamo ogni qual volta la coscienza morale impone di non rinunciare alla propria umanità e l’obbedienza non può considerarsi virtù». Quindi, parlando dei compiti del nuovo Parlamento, ha fatto riferimento al «rafforzamento delle procedure per rendere il Parlamento protagonista di una completa democrazia europea» e alla necessità che «l’Europa migliori in ambito sociale e nella protezione delle persone».
Ancora, rivolgendosi ai «signori del Consiglio europeo» il nuovo presidente ha affermato che è «arrivato il momento di discutere la riforma del Regolamento di Dublino che quest’aula, a stragrande maggioranza, ha proposto nella scorsa legislatura». Quindi l’ambiente: le istituzioni «devono sentire il dovere di rispondere con più coraggio alle domande dei nostri giovani» per salvare il pianeta.
Da Sassoli infine un saluto ai capi di Stato e di governo dei 28 Paesi dell’Ue, agli eurodeputati Brexit, in questo «passaggio politico che deve essere portato avanti con ragionevolezza, nel dialogo e con amicizia, ma sempre nel rispetto delle regole e delle rispettive prerogative»; un saluto agli Stati che hanno chiesto di aderire all’Ue. Poi la conclusione: l’Europa ha ancora molto da dire se «sapremo mettere le ragioni della lotta politica al servizio dei nostri cittadini, se il Parlamento ascolterà i loro desideri e le loro paure e le loro necessità», mettendoci «cuore e ambizione».
3 luglio 2019