Don Nardini, «testimone della carità e dell’amore di Dio»
A San Giovanni Battista de Rossi la Messa di esequie del sacerdote, morto il 20 gennaio a 99 anni. Il vescovo Di Tora: «Ha speso la sua vita per gli altri»
«Ha speso la sua vita per gli altri e nel silenzio e nel nascondimento ha saputo esprimere qualcosa di grande, in seminario, in parrocchia e alla Caritas». Il vescovo Guerino Di Tora, ausiliare del settore Nord e già direttore della Caritas diocesana di Roma, ha ricordato così don Armando Nardini, morto lunedì 20 gennaio a Roma all’età di 99 anni. Di Tora, che ieri, 21 gennaio, ha presieduto la Messa di esequie nella parrocchia di San Giovanni Battista de Rossi – dove don Armando è stato parroco per 33 anni, dal 1964 al 1997 -, conosceva bene l’anziano sacerdote che trascorreva la giornata in chiesa e la sera serviva alla mensa della Caritas diocesana in via Marsala, proprio negli anni in cui Di Tora era direttore.
Nato a Canetra (Rieti) il 15 agosto 1921, ordinato sacerdote il 5 aprile 1947, nella sua vita don Armando si è dedicato ai bisogni dei concittadini in difficoltà, ha portato aiuti a Mostar durante la guerra in Bosnia e si è prodigato per i bambini bielorussi dopo la catastrofe di Chernobyl. «Era apprezzato e stimato da tante persone e da molti sacerdoti e vescovi che hanno condiviso con lui parte della loro vita», ha detto Di Tora durante l’omelia in una chiesa gremita di fedeli e prelati tra i quali l’arcivescovo Giuseppe Mani, emerito di Cagliari, e monsignor Valentino Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo.
Di Tora ha ricordato anche gli anni trascorsi al Pontificio Seminario Romano Minore, del quale don Nardini è stato vice rettore dal 1948 al 1964. Per i giovani studenti in discernimento vocazionale, tra i quali c’era anche l’arcivescovo emerito di Salerno-Campagna-Acerno Luigi Moretti – presente alla celebrazione -, «è stato un educatore determinante nella formazione, una figura preziosa che ha saputo trasmettere l’amore per il Signore e la dedizione alla preghiera», ha detto Di Tora. Poi il mandato di parroco a San Giovanni Battista De Rossi, dove si è dedicato al mondo adolescenziale e giovanile organizzando campeggi estivi, che rappresentavano «qualcosa di innovativo per l’epoca», e alla carità, con la sua «attiva presenza tra i baraccati del Borghetto Latino e accanto a tante realtà disagiate». Una missione tra gli ultimi «sfociata in modo ancora più forte negli anni ‘90 durante la guerra nei Balcani, dove ha portato non solo sussidi ma una presenza sorridente». Dopo il disastro di Chernobyl si è dedicato ai bambini della Bielorussia per i quali ha organizzato per anni a sue spese colonie estive a Roma.
«È stato per tutti un grande esempio di vita sacerdotale – ha concluso Di Tora –. Oltre che nella preghiera e nell’annuncio di Cristo, ha saputo dare nella semplicità testimonianza della carità e dell’amore di Dio». La parrocchia San Giovanni Battista De Rossi quest’anno compie 80 anni. Il parroco don Mario Pecchielan ha ricordato che «è in programma una visita al cimitero del Verano dove è sepolto il primo parroco, don Marcello Urilli, e poi con la comunità saremmo andati a trovare anche don Nardini alla Casa diocesana del clero. Il Signore ha deciso diversamente ed è stato don Armando a venire da noi».
22 gennaio 2020