Elezioni Usa: Trump trionfa in Iowa

Inaugurata ufficialmente la stagione elettorale. Consegnata all’ex presidente una vittoria cruciale che rafforza la presa sul partito. Nel 2016 qui era arrivato secondo

Con i suoi poco più di 3 milioni di abitanti, l’Iowa – piccolo stato del Midwest, ha consegnato ieri sera, 15 gennaio, una vittoria cruciale all’ex presidente Donald Trump, uscita trionfatore dalla prima tappa delle primarie repubblicane, in meno di mezz’ora dall’apertura dei caucus. Al tycoon, riferisce la Cnn, sono andati poco più del 50% dei voti, con un distacco record di circa 30 punti, oltre il doppio del primato di Bob Dole nel 1988.

I caucus repubblicani – piccole assemblee di partito tenute a centinaia nelle scuole, nelle chiese, nelle palestre – sono iniziati alle 20, ora di New York, con una preghiera e il giuramento di fedeltà alla bandiera statunitense. Dopo alcune procedure tecniche, i rappresentanti di ciascun candidato hanno tenuto un discorso a sostegno del loro prescelto, quindi gli elettori, rigorosamente in presenza, hanno espresso la loro preferenza a scrutinio segreto. Trump è salito sul podio, quindi, con oltre il 52% di preferenze, mentre i due rivali Ron DeSantis, governatore della Florida, e Nikki Haley, ex ambasciatrice alle Nazioni Unite, hanno guadagnato rispettivamente il 21,2% e il 19,1%. Sui 40 delegati dello Stato per la convention dei repubblicani, quindi, riporta ancora la Cnn, Trump ne ottiene 20, Ron DeSantis 8 e Nikky Haley 7.

Consegnata all’ex presidente, insomma, una vittoria cruciale che rafforza la presa sul partito. A partire dagli evangelici, ha sfondato in tutte le aree sociali, con l’unica debolezza delle zone suburbane. Un risultato ancora più stupefacente se si pensa che nel 2016 qui era arrivato secondo, oltre al fatto che sulle sue spalle pesano due impeachment e che è in attesa di quattro processi penali, di cui due per aver tentato di sovvertire l’esito del voto.

Per il secondo posto, lungo testa a testa nella notte tra i suoi principali sfidanti. Ad aggiudicarselo, contro ogni previsione, il governatore della Florida DeSantis, seppure con uno scarto così basso (21,2% a 19%, col 94% dei voti scrutinati) da lasciare aperta la gara su chi tra i due potrà tentare di proporsi come alternativa a The Donald. La prossima tappa è in programma il 23 gennaio nel New Hampshire, decisamente più liberal, dove l’ex ambasciatrice Onu appare meglio posizionata. Ha scelto il ritiro invece l’imprenditore tech di origini indiane Vivek Ramaswamy (quarto col 7,7%), che dà il suo endorsement all’ex presidente.

La vittoria in Iowa invia al partito il messaggio inequivocabile che la nomina spetta a Trump e spetta sempre a lui decidere di ritirarsi o concretizzare la sfida con gli altri suoi avversari, anche se l’ex presidente è già pronto ad uno scontro serrato con Joe Biden. «Sono onorato e rinvigorito da questa vittoria», ha commentato su Fox, prima del suo discorso ufficiale. Discorso iniziato in tono conciliante, con l’auspicio di unire il Paese in modo bipartisan, le congratulazioni a DeSantis-Haley e le lodi della propria famiglia, ma immediatamente sfociato in attacchi a Joe Biden, «il peggior presidente della storia Usa», oltre che regista dei suoi processi, definiti «un’interferenza elettorale». Nelle sue parole anche la minacciosa promessa di «sigillare il confine col Messico contro l’invasione di criminali e terroristi», attuando «un sistema di deportazioni che non si vede in questo Paese dai tempi di Eisenhower».

Nella  stessa giornata di ieri, lunedì 15, anche i democratici hanno avuto il loro caucus, ma solo per definire questioni interne al partito, poiché la Convention nazionale democratica, su richiesta del presidente Joe Biden, ha escluso l’Iowa dalla lista di voto anticipato. I democratici dell’Iowa avranno tempo fino al 19 febbraio per richiedere una «scheda di preferenza per le presidenziali» e inviare per posta il loro voto. I risultati verranno pubblicati il 5 marzo, in occasione del “Super Tuesday”, quando 16 Stati americani terranno le loro primarie e decideranno il futuro sia di Trump che di Biden. Il presidente in carica intanto ha riconosciuto che dopo l’Iowa Trump «è il favorito per la nomination repubblicana» ma la sua campagna ha avvisato che se vincerà ci saranno «vili attacchi, bugie infinite e spese massicce».

16 gennaio 2024