Famiglia e Creato, un rapporto all’insegna della responsabilità

Economisti, uomini di chisa e amministratori a confronto sulle sfide dello sviluppo sostenibile. Necessaria la partecipazione della comunità

Economisti, uomini di chisa e amministratori a confronto sulle sfide dello sviluppo sostenibile. Necessaria la partecipazione della comunità

«La responsabilità del Creato è per la famiglia vocazione e missione». Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita e Gran Cancelliere del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia, mette in relazione l’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ e l’esortazione apostolica Amoris laetitia. Spiega che «l’uomo ha la possibilità di distruggere il Creato col disastro ecologico. Ma Dio gli ha affidato la gestione della terra perché la custodisca e qui cresca e si moltiplichi». Dalle sue parole un invito a ripensare i primi undici capitoli della Genesi alla luce del tempo presente. Una proposta lanciata durante l’incontro “Famiglia in armonia con il Creato”, organizzato martedì 4 ottobre dall’associazione Greenaccord nella parrocchia di San Giovanni Bosco in occasione della Settimana della famiglia. Un confronto fra economisti, uomini di Chiesa e amministratori attorno alle grandi sfide, indicate da Papa Francesco con la Laudato si’ con l’obiettivo di costruire un modello di sviluppo sostenibile.

«Il diluvio universale rappresenta la possibilità di distruggere la vita con l’inquinamento e con le manipolazioni in laboratorio, il peccato originale invece la tentazione per l’uomo di sostituirsi a Dio – aggiunge monsignor Paglia -. Ma la famiglia ha la responsabilità della custodia del Creato, di renderlo abitabile. Sarebbe drammatico crescere e moltiplicarsi in un ambiente inquinato». Ma per evitare ciò «è fondamentale la formazione», secondo don Antonio Lauri, parroco di San Gabriele dell’Addolorata, che ha raccontato come ha contestualizzato l’enciclica nel programma pastorale: «L’abbiamo presentata nelle catechesi per la cresima – spiega -. Abbiamo analizzato come il mondo biblico presenta i quattro elementi – terra, aria, acqua e fuoco – e abbiamo riflettuto sul modo in cui ne parla la Laudato si’. Tra le conclusioni raggiunte, il fatto che l’enciclica mette in evidenza che il danno ambientale colpisce i più poveri».

Non solo formazione. Nella salvaguardia del Creato riveste un ruolo di primo piano anche l’impegno degli amministratori, come dimostra l’esempio di Alessio Ciacci, oggi presidente dell’Azienda Servizi Municipali di Rieti, ma in passato assessore nel Comune di Capannori, in provincia di Lucca, dove le sue intuizioni hanno contribuito a far crescere la percentuale di raccolta differenziata fino al 90 per cento. «Partendo dalla raccolta porta a porta e introducendo un sistema di premialità per chi differenzia i rifiuti è possibile ottenere risultati importanti. A Rieti, ad esempio, sono previsti buoni sconto in farmacia per chi smaltisce correttamente gli scarti elettrici ed evita di abbandonarli per strada – racconta -. La partecipazione della comunità è necessaria. E i risultati sono importanti per la vivibilità. Inoltre, con i soldi risparmiati è possibile realizzare nuove opere pubbliche». Come a voler dire che ognuno può fare qualcosa. E lo conferma anche Leonardo Becchetti, docente di Economia politica all’Università di Tor Vergata, che si occupa di finanza etica, responsabilità sociale di impresa e commercio solidale. «Anche facendo la spesa è possibile avere cura dell’ambiente – sostiene -. I cittadini con i loro acquisti possono fare pressione sulle aziende affinché producano in maniera sostenibile, premiando quelle che manifestano una maggiore attenzione per l’ambiente nella realizzazione dei loro prodotti».

5 ottobre 2016