Ferito in Siria il fotografo italiano Gabriele Micalizzi
Si trovava nella zona d’operazioni di Deir Ezzor per documentare l’offensiva della coalizione internazionale contro gli ultimi villaggi occupati dall’Isis. Rojava Information Center: «Non è in pericolo di vita»
«Non è in pericolo di vita». Dal Rojava Information Center, portale che fa riferimento alle forze curdo-siriane in lotta contro lo Stato islamico, arrivano notizie incoraggianti su Gabriele Micalizzi, il fotografo milanese rimasto ferito in Siria, di cui si attende a breve il trasferimento in aereo in Italia. Era impegnato a documentare l’offensiva della coalizione internazionale a guida Usa per liberare gli ultimi villaggi occupati dall’Isis, nella zona Deir Ezzor. Secondo quanto riferito dall’Agi, ieri stesso, 11 febbraio, era in volo verso Bagdad.
Il fotoreporter italiano si trovava, insieme a un collega della Cnn, su un edificio che è stato bersagliato da colpi di kalashnikov o di Rpg. L’italiano sarebbe ferito alla testa, ed è stato condotto verso un ospedale americano nella base di “Omar Field”. Noto a livello internazionale per i suoi reportage di guerra, Micalizzi ha visto le sue foto pubblicate da New York Times, New Yorker, Newsweek, Wall Street Journal e, in Italia, da Espresso, Repubblica, Internazionale e Corriere della Sera. È stato il fondatore del collettivo di fotografia “Cesura Lab”, insieme a Luca Santese e Andrea Rocchelli, ucciso durante la guerra in Ucraina nel 2014.
12 febbraio 2019