Fisichella: «I venerdì della misericordia continuano»

«Andranno avanti ancora periodicamente», ci saranno altre visite a sorpresa. Al Link Campus il racconto di come nacque l’idea dell’Anno santo

«Andranno avanti ancora periodicamente», ci saranno altre visite a sorpresa. Al Link Campus, il vescovo ha raccontato come Francesco ebbe l’idea di indire il Giubileo 

Non si fermeranno le visite a sorpresa che Papa Francesco era solito compiere nei venerdì del Giubileo della misericordia. «Stanno continuando ancora periodicamente» ha sottolineato monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, durante la lectio che ha tenuto questa mattina al Link Campus University di Roma. I luoghi e le persone visitate dal Papa durante l’Anno santo compongono «un vero mosaico dal quale far emergere il volto concreto della misericordia che non conosce confini». Con questo Giubileo – ha aggiunto Fisichella – «un fatto è certo: la misericordia è diventata la protagonista, almeno per un anno, del vivere quotidiano dei cristiani».

Raccontando l’origine dell’evento, la memoria del prelato è tornata all’estate del 2014. Era agosto quando giunse la chiamata per un’udienza con Papa Francesco. «L’incontro con il Papa durò circa un’ora. Presentai al Santo Padre il programma del dicastero che presiedo, prospettando le diverse iniziative per l’anno successivo. Il discorso con il Papa poi andò a finire sulla misericordia. Ricordai a Papa Francesco l’esperienza della misericordia nella vita della Chiesa e feci riferimento a un articolo molto contestato che nel 2009 avevo scritto sull’Osservatore Romano, proprio richiamando la misericordia come la prima reazione dinanzi alla violenza nei confronti di una bambina brasiliana».

«Il Papa mi ascoltava molto attentamente
– ha proseguito Fisichella – e poi mi disse: “Giovanni Paolo II sarà ricordato come il Papa della misericordia”. Risposi: “Santo Padre, mi permetto di dissentire. Certo, San Giovanni Paolo II ha avuto il grande merito di riportare la misericordia in primo piano nella vita della Chiesa con la sua enciclica ‘Dives in misericordia’, ma sono convinto che lei sarà ricordato come il Papa della misericordia per il suo richiamo continuo alla misericordia e, soprattutto, per i ripetuti segni di misericordia che compie”. A questo punto, il Papa guardandomi fisso disse: “Come mi piacerebbe un Giubileo della misericordia”. Fui stupito e gli dissi: “Santo Padre, intende dire un Anno della misericordia come è stato l’Anno della fede del 2013?”. E lui ancora più convinto mi disse: “No, no, proprio un Giubileo della misericordia”. Così nacque l’Anno straordinario della misericordia».

Un Anno Santo speciale, “de-localizzato”, non romano-centrico. Ogni diocesi ha avuto la propria porta santa , così come i santuari maggiori. Comunque molti i pellegrini a Roma: 21.292.926, ha specificato Fisichella. «Il gruppo più numeroso – ha proseguito il vescovo, entrando nel dettaglio – proveniva dall’Italia, a cui facevano seguito i gruppi di lingua tedesca, poi quelli provenienti da Usa, Polonia, Spagna e ancora da Russia, Cina, Giappone, Corea del Sud, Venezuela, Ciad, Ruanda, Angola, Isole Cook, Nepal… insomma, pellegrini provenienti da 156 Paesi di tutto il mondo sono stati presenti a Roma. Si può dire che il mondo ci ha fatto visita e Roma è stata realmente al centro dell’interesse di questi pellegrini».

A livello globale, invece, «grazie ai dati forniti da alcune importanti diocesi sparse in tutto il mondo, è stato possibile stimare una partecipazione media tra il 56% e il 62% della popolazione cattolica complessiva. Si parla di una forchetta tra i 700 e gli 850 milioni di fedeli che hanno varcato la Porta Santa, dall’8 dicembre 2015 al mese di novembre 2016, nelle diocesi», senza contare i fedeli che hanno attraversato le Porte della Misericordia aperte nei santuari e nei luoghi di pellegrinaggio di tutto il mondo.

Nella lettera apostolica d’indizione del Giubileo – “Misericordia et misera” -, Papa Francesco «delinea il percorso della vita futura della Chiesa perché possa essere sempre strumento di misericordia nei confronti di tutti, senza escludere mai nessuno». Tra le novità introdotte da Bergoglio nell’Anno giubilare, Fisichella ha citato l’istituzione della Giornata mondiale dei poveri «come impegno per tutta la Chiesa a riflettere su come proprio la povertà stia al cuore del Vangelo e su come, per promuovere sia la giustizia sia la pace sociale, la Chiesa debba impedire che ci siano persone nel bisogno e nell’indigenza. Una Giornata in cui i poveri potranno essere i protagonisti nella vita della Chiesa per superare quella cultura dello scarto e dell’emarginazione che abbraccia larghi settori della cultura».

3 maggio 2017