Francesco: «Cari giovani, non rinunciamo ai grandi sogni»
Nella solennità di Cristo Re dell'universo, la Messa nella basilica di San Pietro con il passaggio dei simboli della Gmg dai giovani panamensi a quelli portoghesi, in vista di Lisbona 2023
Non più la Domenica delle Palme ma la solennità di Cristo Re dell’universo: dal prossimo anno sarà questa la data della celebrazione della Giornata mondiale della gioventù a livello diocesano. Lo ha annunciato Papa Francesco al termine della Messa celebrata ieri, 22 novembre, all’altare della Cattedra della basilica vaticana, prima del passaggio della Croce e dell’icona di Maria Salus Populi Romani, simboli delle Gmg, dalla rappresentanza dei giovani panamensi a quella dei giovani portoghesi. Sarà infatti Lisbona a ospitare la prossima edizione mondiale del raduno internazionale: inizialmente previsto per il 2022, è stato rinviato ad agosto 2023 a causa della pandemia di Covid-19.
«Cari giovani, non rinunciamo ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia. Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo. Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita. E le opere di misericordia sono le opere più belle della vita». Così il Papa si è rivolto nell’omelia al ridotto gruppo di giovani presenti a San Pietro e a tutti quelli che lo hanno ascoltato sparsi per il mondo. Commentando il Vangelo di Matteo sul giudizio e le opere di misericordia e la figura di san Martino, ha detto: «Ciascuno di noi può chiedersi: le metto in pratica? Faccio qualcosa per chi ha bisogno? O compio del bene solo per le persone care e per gli amici? Aiuto qualcuno che non può restituirmi? Sono amico di una persona povera? “Io sono lì”, ti dice Gesù, “ti aspetto lì, dove non immagini e dove magari non vorresti nemmeno guardare, lì nei poveri”».
Francesco ha poi parlato del «tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita. Noi, infatti, diventiamo quello che scegliamo, nel bene e nel male». E «la bellezza delle scelte dipende dall’amore. Gesù sa che se viviamo chiusi e indifferenti restiamo paralizzati ma se ci spendiamo per gli altri diventiamo liberi». Il pontefice non ha nascosto le difficoltà: «È vero che ci sono degli ostacoli che rendono ardue le scelte: spesso il timore, l’insicurezza, i perché senza risposta. L’amore, però, chiede di andare oltre, di non restare appesi ai perché della vita aspettando che dal Cielo arrivi una risposta. La risposta è arrivata: lo sguardo del Padre che ci ama e ci ha inviato il Figlio. L’amore spinge a passare dai perché al per chi, dal perché vivo al per chi vivo, dal perché mi capita questo al per chi posso fare del bene. Per chi? Non solo per me: la vita è già piena di scelte che facciamo per noi stessi, per avere un titolo di studio, degli amici, una casa, per soddisfare i propri hobby e interessi. Ma rischiamo di passare anni a pensare a noi stessi senza cominciare ad amare».
Ci sono poi altri pericoli: «C’è la febbre dei consumi, che narcotizza il cuore di cose superflue. C’è l’ossessione del divertimento, che sembra l’unica via per evadere dai problemi e invece è solo un rimandare il problema. C’è il fissarsi sui propri diritti da reclamare, dimenticando il dovere di aiutare. E poi c’è la grande illusione sull’amore, che sembra qualcosa da vivere a colpi di emozioni mentre amare è soprattutto dono, scelta e sacrificio. Scegliere, soprattutto oggi, è non farsi addomesticare dall’omologazione, è non lasciarsi anestetizzare dai meccanismi dei consumi che disattivano l’originalità, è saper rinunciare alle apparenze e all’apparire. Scegliere la vita è lottare contro la mentalità dell’usa-e-getta e del tutto-e-subito, per pilotare l’esistenza verso il traguardo del Cielo, verso i sogni di Dio».
Il Papa ha concluso con l’invito ai giovani a chiedersi «non che cosa ti va ma che cosa ti fa bene. Qui sta la scelta quotidiana» da cui «possono nascere scelte banali o scelte di vita», guardando Gesù «per camminare dietro a Lui, nella via dell’amore. E trovare la gioia. Per vivere e non vivacchiare».
23 novembre 2020